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giovedì 19 giugno 2014

Le osservazioni e osservati speciali.




Mentre la Politica dorme o si prende pause, o ancora peggio, fa finta di non interessarsi, tanto, l'opera è strategica "s’ha dà fare". Mentre Russo, country manager di TAP, va in giro per salotti del parlamento a dire quanto è buono il suo tubo; non sappiamo che argomenti abbia usato per  averli tutti buoni ed arruolati per la sua causa. Mentre la politica pugliese si spende con le più disparate posizioni – 4 all’interno del PD pugliese; Blasi: no San Foca riconvertire Cerano, Capone: si deve fare, Massa: Otranto, Rampino: no ovunque. Il tutto e di più, per creare quel caos che porta discussioni ma non un finale lieto, perché per loro è chiaro TAP è strategico, e se non lo è economicamente per il loro partito è ugualmente utile per usarlo come arma nella battaglia interna alle loro segreterie. Che dire, ci usano per i loro piccoli giochi mentre qui il problema è grosso.

Per noi, e lo ripetiamo da sempre, non è solo una questione localistica, per noi è un problema di intelligenza, di cose utili o no, di spreco di soldi pubblici (tap ha finanziamenti Europei e multinazionali li gestiranno), e tutto questo si può racchiudere in una sola parola dignità.
Dignità delle popolazioni di decidere il proprio sistema di sviluppo.
Dignità delle persone nelle scelte di strutture definite strategiche e che di strategico non hanno nulla.
Dignità delle persone nel venire incluse in quel processo che le vede, in questo momento, subire le grandi opere, per lo più inutili, senza la possibilità di intervenire. Cosa hanno portato queste grandi opere fino ad adesso?, solo corruzione e infiltrazioni mafiose, forte contrasto tra popolazioni locali e stato con l’utilizzo da parte di quest’ultimo dell’uso della violenza e la criminalizzazione dei movimenti, inventandosi l’accusa di terrorismo per chi decide di difendere le proprie idee e la propria terra.
Volevamo scrivere qualcosa su Blasi e la sua continua voglia di aiutare Enel, in difetto dal ’96 per non aver riconvertito Cerano abbandonando così il carbone, ma ci ha pensato Tomaselli, esponente brindisino del suo stesso partito, nel rispondere a un attacco del gruppo No Al Carbone di Brindisi, a chiarire il punto in questo articolo: “Certo, ci sono poi proposte che periodicamente ritornano e che, francamente, ritengo non praticabili. La riconversione, in parte o per intero, della centrale Enel di Cerano da carbone a metano, ad esempio. Tema che periodicamente ricorre, sin dai tempi del progetto di rigassificatore, e che risulta del tutto insostenibile dal punto di vista impiantistico e tecnologico. Altra cosa, legittima per quanto opinabile, è chiederne la chiusura e/o la sostituzione con una nuova centrale alimentata a gas. E qui vi è poi l'obiezione più attuale. L'Italia negli ultimi cinque anni ha visto diminuire la propria produzione energetica alimentata da gas del 26%, con oltre 30.000 megawatt di produzione attualmente fermi, per il combinato disposto del calo dei consumi e dell'aumento delle rinnovabili. Quindi, non c'è alcuno spazio per realizzare nuovi impianti a ciclo combinato, anzi! Senza scordare che una centrale alimentata a gas occupa mediamente un terzo dei lavoratori di una centrale a carbone. Altro che chiudere Edipower e farli assumere da Enel (una azienda che, peraltro, ha recentemente annunciato un turn-over a livello nazionale, figlio dell'attuale congiuntura di consumi energetici, con cui vi sarà un saldo netto negativo di circa 2000 lavoratori e, credo, siamo tutti interessati a capire se e quanto tutto ciò riguarderà anche Brindisi).”
Volevamo rispondere, ogni volta, punto su punto, a politici e opinionisti che si cimentano in opinioni senza conoscere cosa sia un’opera strategica, senza sapere che non esiste una programmazione energetica, che non sanno quanto gas viene già veicolato in Europa e non sanno che, in questo preciso momento, Tap non possa essere concorrenziale a nessuno perché sarà l’ennesimo mostro che non porterà nulla, perché soprattutto la richiesta di gas è in calo continuo a causa di rinnovabili e riscaldamento clobale. Ci vengono seri dubbi quando sentiamo interventi  a difesa di quest’opera  solo perché gli hanno detto che è strategica (per il proprio partito?). come gli interventi su Otranto, fare di ig Poseidon e Tap un unico mostro, ma anche questa strada non è percorribile perché i due progetti non sono compatibili tra loro. Per avere questa operazione magica dovrebbero ripresentare per intero il progetto, con nuovi studi su impatti e tutto ciò che un gasdotto di tale portata comporta.
La nostra battaglia ha già tre anni e sta per chiudersi il quarto. Una battaglia fatta sulle poche informazioni che, all’inizio, ci venivano concesse. Battaglia che da, un problema del nostro ambiente, si è trasformata in una battaglia più globale che non guarda più agli interessi locali ma si spinge oltre le frontiere del territorio e della nazione, perché un’opera come TAP non interessa solo la Puglia ma tutto il sud est europeo e oltre.
Come ci siamo approcciati alla lotta: abbiamo iniziato con chiedere le documentazioni, abbiamo chiesto ai partiti di esprimersi, di dirci la loro per sondare il terreno, vedere come la politica si interessava, abbiamo trovato chi era a favore senza sapere neanche di cosa si trattasse e abbiamo trovato silenzi, a nostro modo di vedere, complici del sistema messo in atto.
Pochi partiti e poche istituzioni si sono trovate disponibili a un dialogo e così abbiamo iniziato a far inceppare il meccanismo pezzo per pezzo. Abbiamo sollecitato la politica richiamandola alle proprie responsabilità, siamo riusciti a portare in parlamento le nostre osservazioni, abbiamo pressato la regione finché, anche se in ritardo, ha organizzato un processo partecipato che ha portato tutta la popolazione salentina, a dire no all’opera. Abbiamo per l’ennesima volta, a malincuore, visto che riteniamo l’opera inutile ovunque venga fatta,  studiato il progetto dal punto di approdo alla centrale di depressurizzazione che TAP continua a chiamare misuratore fiscale. Ma non ci siamo fermati qui. Tap, come dicevamo è un progetto molto più grande. Quindi abbiamo studiato da dove arriva il gas, da dove vengono i soldi, come è l’asset finanziario e societario di TAP per trovare troppe cose che non quadrano, particolari che hanno fatto salire la rabbia nella popolazione. In questi giorni abbiamo ripresentato al ministero le nostre osservazioni su un progetto che riteniamo squallido in tutti i suoi punti, inadatto a questo territorio, inutile ovunque.
La nostra lotta continuerà con i mezzi non violenti a nostra disposizione, ed il fatto che ovunque ci moviamo siamo sempre controllati dai sig. della Digos ci fa pensare che stiamo lavorando davvero bene.
Qui le osservazioni del comitato insieme a quelle della commissione che il comune di Meledugno ha stilato per il controrapporto al progetto TAP.

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