Inizia l’estate Salentina. Inizia
la gara delle sagre; quella più grande, quella più paesana, quella più genuina,
quella più a dimensione umana, quella più ecologica, quella più caciarona,
insomma per tutti i gusti.
Inizia l’estate Salentina.
Iniziano i grandi festival musicali; quello reggae, quello di musica popolare,
quello world, quello pop, quello alternativo, quello ecologico, anche qui per
tutti i gusti.
Inizia l’estate Salentina e TAP
vorrebbe essere presente ovunque. Vorrebbe comprare il consenso. Mostrarsi
amico di tutti. Abbiamo avuto notizia che già alcune associazioni hanno
rinunciato alle sirene di TAP, quelle sirene fatte di soldi tintinnanti che
possono sembrare un aiuto al territorio ma, a meglio vedere, sono solo un
insinuarsi nel tessuto sociale, per comprare la buona fede delle persone per
poi, in seguito, calpestarla. Perché
Tap, come è in uso a tutte le multinazionali, ha in mente solo il profitto, ha
in mente solo la sua opera inutile. Tap è l’idraulico di questo sistema,
l’idraulico che costruirà il tubo e farò arrivare il gas, pochissimo, in
Europa, lasciando sui territori che attraverserà solo la sua opera mal fatta
(stando al loro progetto e alle osservazioni del ministero e alle contro deduzioni
della commissione comunale di Melendugno composta da professori universitari e
dal questo comitato). Non guardiamo solo al Salento e ai 9 km di squarcio nel
territorio di Melendugno. Non guardiamo a ciò che vorrà dire quell’infrastruttura
che Snam sarà chiamata a costruire per portare questo gas fino in Austria. Non
parliamo del fatto che questa ulteriore struttura la pagheremo noi con la
nostra bolletta. Non guardiamo al turismo che sarà a grosso rischio. Non
guardiamo all’agricoltura e agli alberi di ulivo secolari che verranno
sradicati e non sappiamo se ricresceranno o se saranno ripiantati. No, non
guardiamo solo questi aspetti. Guardiamo oltre, al progetto nell’insieme, dalla
foce all’approdo. Dallo sfruttamento di risorse in un paese che si tramanda il
potere politico da padre in figlio e in cui sono in atto persecuzioni verso gli
oppositori, al tratto Greco e Albanese che sono sotto scacco dalla crisi e sono
costrette ad accettare ogni cosa. Per non parlare dell’inutilità di ulteriori
approvvigionamenti visto che abbiamo rigassificatori fermi e richieste di gas
in netto calo. Sono tante le cause del calo di richiesta, ma non sarà certo un
ennesimo gasdotto, in Italia ne abbiamo già 5, a salvarci dalla crisi, anzi,
potrebbe essere un peso che difficilmente ci toglieremo di dosso.
Per questo chiediamo a tutti di
prestare attenzione, non svendiamoci, non svendiamo la nostra dignità. Capiamo
che i soldi, in questo preciso momento storico di crisi mondiale, i soldi fanno
più che comodo per piccole realtà organizzative, ma vi chiediamo di guardare al
futuro, una rinuncia adesso significherà un ottimo risultato nel futuro, vorrà
anche dire isolare questa gente senza scrupoli.
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