Ogni mattina ci svegliamo e
troviamo sui giornali articoli e interviste a personaggi della politica.
Ogni mattina cerchiamo di capire dove
vogliano arrivare; ci sono quelli che hanno bisogno di visibilità, per poter
scalare i vertici del partito, ci sono quelli che hanno la necessità di dire la
propria su ogni cosa, altrimenti, poi, stanno male, ma i più pericolosi sono quelli
che conosco l’entità del danno fatto e sono consapevoli di aver perso e perso abbondantemente
nei confronti della popolazione, ma cercano in tutti i modi di restare appesi
agli specchi.
Anche oggi si ripete la tiritera,
politici che si sfidano sull’approdo dell’opera inutile.
Non sono politici di diverso orientamento e neanche politici di diverso
partito, no, sono dello stesso partito e giocano a rimbalzarsi le responsabilità
di una sconfitta. Sconfitta, si, di questo si tratta, potranno arrivare a fare
il gasdotto, ma avranno perso nei confronti della popolazione avranno perso
davanti al loro stessi e al loro essere persone quindi non gli resta che fare
muro contro muro nascondendosi dietro la parolina magica “strategia”, strategia inesistente (I dati sulla strategicità e sullo strano assetto
societario dell’opera li hanno esposti magnificamente il Prof. De Giorgi e la
Dott.sa Elena Gerebizza, e non è
il caso di rimarcare che dal loro contro-rapporto risulta che TAP sia un’opera
inutile dannosa e che non serve strategicamente, per chi volesse ci sino i
video su youtube della loro audizione alla camera presso la commissione esteri).
Perde anche chi dice
che l’importante sia non farlo a San Foca, dimenticando che nel Salento si
muore per i veleni di Brindisi e Taranto confermando, se non fosse chiaro a
tutti, che l’aria non ha confini territoriali.
Ci rallegriamo che almeno una parte,
anche se piccola e messa ai margini, del partito democratico salentino, il
gruppo ecologista Ecodem, sia arrivata alla conclusione che quest’opera è
inutile e dannosa, ambientalmente ed economicamente.
Ciao Mario, cosa si pensa, nel vostro
gruppo, sulle posizione dei parlamentari del PD e come mai Ecodem ha una
visione così diversa da PD e Legambiente?
Caro Marco grazie della domanda a cui sono felice di
rispondere.
Andiamo con ordine: mi chiedi cosa pensiamo in Ecodem della posizione dei parlamentari e di altri esponenti del PD con particolare riguardo alla diatriba sul punto finale di approdo del gasdotto.
Andiamo con ordine: mi chiedi cosa pensiamo in Ecodem della posizione dei parlamentari e di altri esponenti del PD con particolare riguardo alla diatriba sul punto finale di approdo del gasdotto.
Inizierei col dire che la posizione di Ecodem Salento sul
gasdotto è stata da sempre ed in tempi non sospetti negativa.
Infatti, abbiamo ritenuto fin dall'inizio di non dover porci in posizione pregiudiziale rispetto all'opera, ma di dover sostanziare le nostre opinioni con una valutazione approfondita del progetto.
Infatti, abbiamo ritenuto fin dall'inizio di non dover porci in posizione pregiudiziale rispetto all'opera, ma di dover sostanziare le nostre opinioni con una valutazione approfondita del progetto.
Per questi motivi, ad una prima valutazione negativa sul
vecchio progetto, inviata nel mese di giugno 2013 al Ministero dell'Ambiente
nell'ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, è seguito un
ulteriore approfondimento scientifico (con l'ausilio della Società Italiana di
Ecologia) sul secondo progetto ripubblicato da TAP lo scorso settembre.
Ebbene, i nostri approfondimenti hanno portato anche sul nuovo progetto ad ulteriori valutazioni negative fondate su rilevanti lacune del progetto TAP. Tra queste l'assenza di uno studio di impatto ambientale unitario rispetto all'allaccio
finale alla rete Snam sito in Mesagne, l’assenza di criteri scientifici di selezione delle alternative di percorso, la carenza di scientificità nella scelta del punto di approdo finale, la non strategicità dell'opera alla luce dei dati sui consumi di gas in Italia (che peraltro sembrano confermati in termini ulteriormente peggiorativi dall'ultima trimestrale Snam ancora
inedita).
Sulla base di queste premesse, riteniamo che il dibattito che si sta sviluppando all'interno del PD sia sterile: pensiamo, infatti, che modificare il punto di approdo o proporre l'integrazione del progetto TAP con il gasdotto Igi Poseidon sia mero esercizio dialettico, in quanto se il progetto TAP non consente di avere le garanzie che un sistema di normative ambientali oramai maturo e di matrice comunitaria richiede, il gasdotto non può essere installato, a San Foca come a Otranto o Lendinuso.
Per questi motivi, anche all'esito di un incontro con il segretario regionale Sergio Blasi dello scorso 6 luglio insieme al Comitato No Tap, avevamo proposto alla ditta di affidare la redazione dello studio di impatto ambientale a soggetti istituzionali in posizione di terzietà come, ad esempio, l'Università del Salento. Nessuno, infatti, avrebbe avuto da dubitare sulla serietà e l'equidistanza di tali professionisti.
Ebbene, i nostri approfondimenti hanno portato anche sul nuovo progetto ad ulteriori valutazioni negative fondate su rilevanti lacune del progetto TAP. Tra queste l'assenza di uno studio di impatto ambientale unitario rispetto all'allaccio
finale alla rete Snam sito in Mesagne, l’assenza di criteri scientifici di selezione delle alternative di percorso, la carenza di scientificità nella scelta del punto di approdo finale, la non strategicità dell'opera alla luce dei dati sui consumi di gas in Italia (che peraltro sembrano confermati in termini ulteriormente peggiorativi dall'ultima trimestrale Snam ancora
inedita).
Sulla base di queste premesse, riteniamo che il dibattito che si sta sviluppando all'interno del PD sia sterile: pensiamo, infatti, che modificare il punto di approdo o proporre l'integrazione del progetto TAP con il gasdotto Igi Poseidon sia mero esercizio dialettico, in quanto se il progetto TAP non consente di avere le garanzie che un sistema di normative ambientali oramai maturo e di matrice comunitaria richiede, il gasdotto non può essere installato, a San Foca come a Otranto o Lendinuso.
Per questi motivi, anche all'esito di un incontro con il segretario regionale Sergio Blasi dello scorso 6 luglio insieme al Comitato No Tap, avevamo proposto alla ditta di affidare la redazione dello studio di impatto ambientale a soggetti istituzionali in posizione di terzietà come, ad esempio, l'Università del Salento. Nessuno, infatti, avrebbe avuto da dubitare sulla serietà e l'equidistanza di tali professionisti.
E' inutile ribadire come questa proposta non sia stata
accolta da TAP.
Se non bastasse, tutte le carenze del progetto hanno trovato
ulteriore conferma nel processo partecipativo organizzato dalla Regione Puglia
tra novembre e dicembre, nel
quale tutti i presenti hanno potuto testare dalla viva voce, o sarebbe meglio
dire dagli imbarazzati silenzi e balbettii dei tecnici di TAP rispetto alle
richieste di chiarimenti degli intervenuti, le lacunosità del gasdotto che
permangono tuttora.
Queste, insomma le motivazioni che diversificano la nostra
posizione rispetto a quella del resto del partito.
Se poi mi chiedi come sia possibile che componenti dello
stesso soggetto politico abbiamo opinioni così differenti, ti potrei rispondere
che la diversità di pensiero è l’essenza della democrazia. O forse potrei dirti
che chi affronta la questione fianco a fianco con i comitati e le associazioni
(e noi di Ecodem siamo proprio un’associazione), chi vive la vicenda in
diretta, chi approfondisce i contenuti, chi propone all’assessore Minervini di
sperimentare su TAP la legge regionale sulla partecipazione diretta dei
cittadini agli interventi di trasformazione del territorio, chi mette a
disposizione i propri saperi per elaborare la stessa proposta di legge
regionale, insomma, chi fa tutte queste cose a titolo gratuito perché ha scelto
per vocazione e sensibilità di portare il dibattito politico sulla questione
ambientale, matura una posizione differente.
Differente, per esempio, rispetto ai parlamentari che rifiutano
il confronto con il Comitato No Tap dopo aver fissato data, luogo e ora in base
alle loro disponibilità.
Differente rispetto ad assessori regionali che si accorgono
del progetto TAP solo quando scoppia il caso.
Differente anche rispetto ad una segreteria provinciale che
non ci ha mai consultati sulle tematiche ambientali e che, dopo una campagna
congressuale in cui la parola gasdotto non si è mai sentita, elabora ipotesi di
approdo ad Otranto senza alcuna cognizione ambientale e di strategia energetica
nazionale.
Infine, rispetto alle querelle Blasi – Capone sulla
possibile ambientalizzazione di Cerano, premesso che apprezzo il lavoro del
segretario regionale del PD che sin dal primo momento ci ha messo la faccia,
trovo un parallelo tra la posizione segretario regionale e quella di
Legambiente.
Se ricordi, anche nell’incontro tra PD (Blasi), Ecodem e
Comitato No Tap dello scorso luglio, proprio il Comitato si rendeva disponibile
ad “ospitare” il gasdotto a condizione di inserire l’opera in un piano
energetico integrato regionale tramite una Valutazione Ambientale Strategica e
di assicurare una riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti in
Puglia del 30%.
Ebbene credo la proposta di Blasi vada in tale direzione. E
non sono certamente gli investimenti per mitigare gli impatti di Enel a
Brindisi a costituire l’ostacolo principale all’ambientalizzazione della
centrale Federico II. Ma gli ostacoli sono semplicemente legati alla maggiore
redditività del ciclo produttivo alimentato a carbone.
Allora ben vengano ipotesi di lavoro di questo tipo, ma nel
breve periodo siamo chiamati ad esprimerci sul progetto di TAP come portato in
questi giorni alla valutazione del Comitato VIA regionale.
E questo progetto, lo ribadiamo, è lacunoso e non dà
garanzie.
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