"No TAP ne qui ne altrove!", una frase
essenziale ma che rischia di rimanere banale e di poco interesse. Del
megagasdotto TAP se ne é parlato molto in questi giorni e negli ultimi tre
anni. Dall'essere una notizia per addetti ai lavori é diventato un argomento di
dominio pubblico e forse, facendo questo salto di qualità, si é avuta una
grande e doverosa presa di coscienza da parte delle persone che questa terra la
abitano, la vivono e la rendono quello che per noi oggi é un tesoro
paesaggistico da dover tutelare conservandone la sua storia, le sue tradizioni
ed i suoi colori.
Un'opera altamente costosa per l'Italia,
ed impattante con il territorio da più punti di vista. Ecologico, economico,
ambientale, lavorativo, che rischia di mettere in serio pericolo la naturale
vocazione di una terra "slow" che fa (dovrebbe!) delle sue risorse
naturali i settori trainanti dello sviluppo e della sua vita. giardino del
mondo dove puoi ancora soffermarti, passeggiando per le strade di campagna, ad
ammirare il vecchio contadino che si asciuga la fronte con un fazzoletto di
stoffa dopo aver dato vigorosi colpi di zappa per curare la sua terra. che dà
oggi cicoria, olive, pomodori…e che domani potrebbe essere un groviglio di tubi
sotterranei.
senza lasciare un metro cubo di gas qui
in Italia o qualche abbassamento di tariffe in bolletta…ma solo una enorme
cicatrice perpetua lungo il suo percorso.
Un lungo serpente che partendo dal mar
Caspio si snoderà, passando per Grecia ed Albania, in Italia per poi risalire
fino in nord Europa, per fornire gas a dei paesi che usano questa fonte come
passaggio verso il futuro dove si forniranno solo da energie rinnovabili e
pulite. Mentre noi rimarremo arretrati nel settore delle energie costretti ad
approvvigionarci dal carbone per mettere una seria ipoteca sulla salute di chi verrà dopo di noi, ed essere ancora
una volta campo di gioco del malaffare. Cosa ci spinge a pensare che qualcosa
che sia dannoso qui ed a trenta chilometri possa essere ininfluente? Forse pensare in maniera egoistica al proprio giardino?
ebbene il mio giardino é il mondo e per cui devo salvaguardare ogni suo angolo.
La Puglia ha già dato. Con
Cerano ed Ilva siamo
la regione, e la provincia, con il più alto tasso tumorale d'Italia. Non
possiamo permetterci di accendere nemmeno un cero al cimitero. Quindi NO TAP! NE
QUI NE ALTROVE!
Siamo il presente che vuole che le GRANDI
OPERE siano altre. Politiche sociali come il reddito di cittadinanza, o
dirottare questi finanziamenti per la scuola pubblica o per la ricerca,
vogliamo questo nel nostro avvenire e non poli oncologici da riempire.
Qualcuno pensa che questo modo di pensare
porti ad una arretratezza (come ha dichiarato uno dei più beceri parlamentari
italiani Giovanardi)? sappia che ci basti provvedere ad un serio
efficientamento delle strutture esistenti (elettrodotti, reti ferroviarie,
strade) per essere autosufficienti in campo energetico o per scongiurare
un'altra stupida inutile opera come la TAV. Basterebbe che la
"politica", quella che si occupa del bene comune, faccia dei piani
energetici all'avanguardia. favorisca l'autodeterminazione dei popoli, che
siano loro a decidere i propri modelli di sviluppo e non una multinazionale con
sede in un paradiso fiscali in svizzera che ha solo raccontai bugie e spera di
vessare una popolazione intera.
Quanto più questa opera non piace a
nessuna delle persone che questa terra la abitano, tanto più é importante farla
per altri (pochi soliti noti. qualche nome per es Tarantini, D'Alema, De Santis). L'unica arma
che oggi noi abbiamo per fermare questa opera, per fermare questo ennesimo
scempio ambientale, per farsi ascoltare nelle stanze dove si decide é
PARTECIPARE. Partecipare alle scelte che condizioneranno il nostro futuro e di
chi verrà dopo di noi, sempre con la schiena dritta e pronti ad alzare la voce
quando qualcosa non ci convince. Cercando sempre la strada che porti al BENE
COMUNE.
oggi bene comune é OPPORSI A TAP ne qui
ne altrove!
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