Ieri il comitato V.I.A. (organo tecnico e non politico della
ragione Puglia) ha espresso, per la seconda volta, la prima fu nel settembre
2012, parere negativo sull’intero progetto presentato dal consorzio TAP.
La bocciatura del progetto è potuta avvenire per
l’incessante lavoro del comitato No Tap che si è fatto carro trainante di un’intera
popolazione. Un lavoro che dura da tre anni, da quando fu avvistata la
piattaforma al largo di San Foca, da quando, all’oscuro di tutto e tutti TAP
cominciava a tessere la fitta rete di contatti tra politici e operatori.
Il Comitato, nelle sue componenti (Ass. Tramontana,
Collettivo ReAzione, Ass. Biocontestiamo e singoli cittadini), aveva già presentato
delle osservazioni sul primo progetto facendolo di fatto annullare, nel secondo
ha fatto rete con i comuni interessati all’opera e in particolare con quello di
Melendugno con il quale è riuscito a mettere su un equipe di esperti per il
contro-rapporto. Queste nuove osservazioni, unite all’incapacità di TAP e dei
suoi tecnici di presentare un progetto serio, hanno portato il comitato VIA
regionale ad esprimere un secondo parere negativo.
In questa partita NO TAP vs TAP 2 – 0 tutto questo nonostante
l’arbitro Moreno, la politica.
Ricordiamo che questa è solo la seconda partita di un lungo
campionato. Questa è la dimostrazione che la tenacia, unita alla preparazione e
alla convinzione che un mondo migliore sia possibile, possa sconfiggere mostri
di ogni tipo, si possono superare montagne che ai più sembrano insormontabili.
Quali sono le cose da fare adesso, a cosa dobbiamo stare
attenti?
La prima cosa da fare è iniziare ad avere la consapevolezza
che quest’opera è inutile ovunque venga fatta, perché non necessaria, perché altamente
impattante, perché non differenzia un bel nulla, perché di strategico non ha
nulla se non il conto in bolletta - SNAM sarà chiama a realizzare le infrastrutture
utili a trasportare il gas dal depressurizzatore alla rete nazionale (non c’è
ancora un progetto di SNAM), e indovinate chi le paga? -.
Quindi la prima cosa da fare è non credere a questi quattro
politici, questi Moreno, che avrebbero dovuto fare da arbitri ma che per una
presunta strategia si sono trovati a difendere un progetto inutile e dannoso
ovunque venga fatto. È chiaro che questo arrampicarsi sul carro dei vincitori,
senza però cambiare prospettiva sulla strategicità dell’opera è il chiaro
sintomo della loro sconfitta politica. I Moreno ora spingono sul cambio di
approdo, ora premono per lo spostamento perché non rinunciano all’idea di avere
questo mostro inutile, perché le logiche di partito sono più importanti delle
LOGICA. I Moreno non ci dicono che la TAP è a spese, nostre ovunque venga
fatta, perché la paga l’Europa, e l’Europa siamo noi e le nostre tasse. Non ci
dicono che a maggiore approvvigionamento di gas non corrisponde una diminuzione
della spesa in bolletta essendo il prezzo del gas legato al prezzo del
petrolio. Non ci dicono che TAP è finanziata con Project Bond, gli stessi che
stanno facendo pagare, a caro prezzo, alla Spagna, gli errori di Castror e dell’Europa.
Quindi, riassumendo, la prima cosa da fare è essere
consapevoli che facciamo parte di un unico mondo, che è tutto il mondo a dover
essere difeso, che le nostre scelte sono decisive nello sviluppo della politica
sia locale che internazionale, che non vanno difesi gli interessi delle
multinazionali o gli interessi di una singola popolazione. Il progetto TAP, come tutti i progetti di multinazionali, non
hanno ricadute sono nel punto di approdo ma anche in paesi lontani anche a più
di 800 km di distanza.
la seconda cosa da fare è non cadere nelle lusinghe di
compensazioni che a breve arriveranno. Promesse di posti di lavoro e
finanziamenti a sport o verde pubblico, finte promesse di incentivi all’economia
locale. La Puglia, l’Italia e ovunque queste multinazionali sono approdate,
abbiamo avuto esempi disastrosi e promesse mai mantenute ( è di oggi la notizia della manifestazione di operai davanti alla centrale a carbone di Brindisi per chiedere il posto di lavoro promesso) .
la terza e la quarta cosa da fare hanno un aspetto molto più
politico e sono l’impugnazione, da parte della regione Puglia, della ratifica
internazionale e la programmazione di un piano energetico nazionale ed europeo.
La quinta cosa è rivedere la strategia Italiana sulle
infrastrutture. Con i soldi destinati a opere inutili come TAP e TAV, per non
parlare dei mille rigassificatori, delle strade che collegano il nulla o che
vengono costruite di fianco a strade preesistenti invece di ammodernare quelle
esistenti, si potrebbe ripianare il debito, si potrebbero reimmettere nel circuito
per aiutare chi ha bisogno.
A me sembra che tutto questo abbia un piano, eliminare il
volere popolare per il profitto privato.
Buon lavoro al comitato e a chi crede che un mondo diverso
sia possibile.
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