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mercoledì 15 gennaio 2014

NO TAP 2 TAP 0 - di Marco Santoro Verri



Ieri il comitato V.I.A. (organo tecnico e non politico della ragione Puglia) ha espresso, per la seconda volta, la prima fu nel settembre 2012, parere negativo sull’intero progetto presentato dal consorzio TAP.
La bocciatura del progetto è potuta avvenire per l’incessante lavoro del comitato No Tap che si è fatto carro trainante di un’intera popolazione. Un lavoro che dura da tre anni, da quando fu avvistata la piattaforma al largo di San Foca, da quando, all’oscuro di tutto e tutti TAP cominciava a tessere la fitta rete di contatti tra politici e operatori.

Il Comitato, nelle sue componenti (Ass. Tramontana, Collettivo ReAzione, Ass. Biocontestiamo e singoli cittadini), aveva già presentato delle osservazioni sul primo progetto facendolo di fatto annullare, nel secondo ha fatto rete con i comuni interessati all’opera e in particolare con quello di Melendugno con il quale è riuscito a mettere su un equipe di esperti per il contro-rapporto. Queste nuove osservazioni, unite all’incapacità di TAP e dei suoi tecnici di presentare un progetto serio, hanno portato il comitato VIA regionale ad esprimere un secondo parere negativo.
In questa partita NO TAP vs TAP 2 – 0 tutto questo nonostante  l’arbitro Moreno, la politica.
Ricordiamo che questa è solo la seconda partita di un lungo campionato. Questa è la dimostrazione che la tenacia, unita alla preparazione e alla convinzione che un mondo migliore sia possibile, possa sconfiggere mostri di ogni tipo, si possono superare montagne che ai più sembrano insormontabili.
Quali sono le cose da fare adesso, a cosa dobbiamo stare attenti?
La prima cosa da fare è iniziare ad avere la consapevolezza che quest’opera è inutile ovunque venga fatta, perché non necessaria, perché altamente impattante, perché non differenzia un bel nulla, perché di strategico non ha nulla se non il conto in bolletta - SNAM sarà chiama a realizzare le infrastrutture utili a trasportare il gas dal depressurizzatore alla rete nazionale (non c’è ancora un progetto di SNAM), e indovinate chi le paga? -.
Quindi la prima cosa da fare è non credere a questi quattro politici, questi Moreno, che avrebbero dovuto fare da arbitri ma che per una presunta strategia si sono trovati a difendere un progetto inutile e dannoso ovunque venga fatto. È chiaro che questo arrampicarsi sul carro dei vincitori, senza però cambiare prospettiva sulla strategicità dell’opera è il chiaro sintomo della loro sconfitta politica. I Moreno ora spingono sul cambio di approdo, ora premono per lo spostamento perché non rinunciano all’idea di avere questo mostro inutile, perché le logiche di partito sono più importanti delle LOGICA. I Moreno non ci dicono che la TAP è a spese, nostre ovunque venga fatta, perché la paga l’Europa, e l’Europa siamo noi e le nostre tasse. Non ci dicono che a maggiore approvvigionamento di gas non corrisponde una diminuzione della spesa in bolletta essendo il prezzo del gas legato al prezzo del petrolio. Non ci dicono che TAP è finanziata con Project Bond, gli stessi che stanno facendo pagare, a caro prezzo, alla Spagna, gli errori di Castror e dell’Europa.
Quindi, riassumendo, la prima cosa da fare è essere consapevoli che facciamo parte di un unico mondo, che è tutto il mondo a dover essere difeso, che le nostre scelte sono decisive nello sviluppo della politica sia locale che internazionale, che non vanno difesi gli interessi delle multinazionali o gli interessi di una singola popolazione. Il progetto TAP,  come tutti i progetti di multinazionali, non hanno ricadute sono nel punto di approdo ma anche in paesi lontani anche a più di 800 km di distanza.
la seconda cosa da fare è non cadere nelle lusinghe di compensazioni che a breve arriveranno. Promesse di posti di lavoro e finanziamenti a sport o verde pubblico, finte promesse di incentivi all’economia locale. La Puglia, l’Italia e ovunque queste multinazionali sono approdate, abbiamo avuto esempi disastrosi e promesse mai mantenute ( è di oggi la notizia della manifestazione di operai davanti alla centrale a carbone di Brindisi per chiedere il posto di lavoro promesso) .
la terza e la quarta cosa da fare hanno un aspetto molto più politico e sono l’impugnazione, da parte della regione Puglia, della ratifica internazionale e la programmazione di un piano energetico nazionale ed europeo.
La quinta cosa è rivedere la strategia Italiana sulle infrastrutture. Con i soldi destinati a opere inutili come TAP e TAV, per non parlare dei mille rigassificatori, delle strade che collegano il nulla o che vengono costruite di fianco a strade preesistenti invece di ammodernare quelle esistenti, si potrebbe ripianare il debito, si potrebbero reimmettere nel circuito per aiutare chi ha bisogno.
A me sembra che tutto questo abbia un piano, eliminare il volere popolare per il profitto privato.
Buon lavoro al comitato e a chi crede che un mondo diverso sia possibile.

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