Comunicato n°10'
Brindisi-Corfù libera da Dirty Sponsor
Questo pomeriggio, dopo il solito giro per controllare il tracciato, siamo arrivati a San Foca e uno spettacolo si è palesato in mare. Una decina di imbarcazioni a vela, con i loro magnifici colori e le vele gonfie di tramontana solcavano le onde. Sono le imbarcazioni della Brindisi-Corfù, la manifestazione velica che l'anno scorso è incappata in uno scivolone che speriamo non si ripeta più. L'anno scorso, i responsabili ed organizzatorti dell'evento, accettarono i soldi di Enel, che di danni ambientali a Brindisi ne fa da decenni, e di TAP che si prefigge di farli. Fummo presenti all' inaugurazione della regata insieme agli amici e compagni del NO AL CARBONE e ci fu una protesta civile contro gli sponsor e non certo contro la regata che resta un evento prestigioso e che dimostra come sia la forza del vento la vera energia di cui abbiamo bisogno e non l'energia che porta i benefici nelle tasche dei pochi e il malessere in tutti noi.
Ci scusiamo per il ritardo ma pubblichiamo volentieri il comunicato stampa, che ci sentiamo di condividere e sottoscrivere, dei No al Carbone.
Adelante
La 31° Regata Internazionale Brindisi-Corfù quest’anno è tornata libera da dirty sponsor.
Ogni anno abbiamo salutato i velisti arrivati in occasione di un evento
che restituisce dignità al nostro porto e alla nostra città, ma nel
2015 siamo stati costretti a contestare la presenza di ENEL e TAP tra i
main sponsor.
Avevamo
ritenuto inaccettabile che l’unico evento brindisino rimasto ancora
“pulito” e rappresentato da uno sport pulito, venisse sostenuto da
multinazionali che nel perseguimento di interessi privati legati
unicamente al profitto provocano danni ai territori e alle comunità.
Concedere a queste aziende di fare la propria propaganda attraverso una
regata come la Brindisi-Corfù è stata un’offesa per gli ospiti e per
tutti i cittadini.
Quotidianamente
ENEL tenta di comprare il silenzio di cittadini e istituzioni con
elargizioni in denaro concesse nello sport, cultura, scuola, sanità,
spettacolo, università, parrocchie, volontariato, mentre noi siamo
convinti che un evento possa fare a meno di un dirty sponsor. Ma
soprattutto non ci lasciamo ingannare dalla pratica del greenwashing
utilizzata per tentare di ripulire la sua immagine.
Vogliamo
considerare l’edizione del 2015 - l’unica a “sporcarsi” - come una
svista, e noi speriamo che rimanga l’unico e l’ultimo caso. Il Circolo
della Vela ha sempre dimostrato che è possibile fare a meno dei dirty
sponsor, e ci auguriamo che sia un esempio per altri promotori di
eventi.
Non
si deve dimenticare la situazione ambientale che viviamo a causa di un
modello industriale fallimentare, viste le conseguenze che ha generato
sul piano sanitario, economico e sociale e che paghiamo ogni giorno.
Una soddisfazione oggi per noi tornare a vedere vele pulite in un lungomare finalmente vivo. Il vento è la rivoluzione.
Buon vento
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