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lunedì 29 febbraio 2016

BARZELLETTE E SUBAPPALTI



Non c’è dubbio! Ognuno di noi attua la forma di lotta che più si sente vestita addosso. Ognuno di noi ha i propri mezzi, nella stessa maniera ognuno di noi vede un problema in maniera diversa. Nella lotta alla TAP, come in tutte le lotte che vedono insieme ambiente e sociale, si hanno mille sfumature:  no di grigio, per favore, risparmiateci la battuta, ma di idee, di lotta : Allora troveremo sempre quello che si sbatte per il proprio territorio, concentrandosi perché il problema venga spostato di qualche chilometro; troveremo anche quello che lotta perché il problema si risolva e non ricada su nessuno; Ci sono quelli che lottano con le carte bollate perché anche così un progetto devastante va fermato, e chi, non credendo nelle istituzioni preferisce lo scontro, ce chi ha solo una marcia di solidarietà per opporsi, chi resta a casa a lottare da un pc.
Insomma, ti trovi a fianco di mille individui a volte con mille idee diverse di lotta. ma i peggiori sono quelli che ti chiedono come va la lotta e a che momento del progetto stiamo, che ti incoraggiano ad andare avanti, mettendoci del noi “dai CE la fareMO”, mentre decide di partecipare ad un incontro organizzato da TAP. Questo fa male ma abbiamo imparato a superarlo.
Abbiamo più volte detto che TAP, come del resto tutte grandi multinazionali e le grandi opere da esse volute, punta ad infiltrarsi nel tessuto sociale  e se non riesce a convincere la popolazione della bontà della propria opera  cerca il consenso promettendo e dividendo. DIVIDI ET IMPERA.  Promette lavoro e fa in modo che si conoscano le ditta a cui hanno promesso, fa di tutto perché chi cerca lavoro si scontri con chi protesta per un’opera dannosa ed inutile. Ma noi questo gioco lo conosciamo bene perché lo abbiamo visto a Taranto, Brindisi e Val Susa. In questo gioco non ci caschiamo e vorremmo non ci cascassero le ditte salentine e soprattutto quelle Melendugnesi. Abbiamo la lista completa di chi ha incontrato TAP il 16 febbraio, abbiamo le foto. Ma non vogliamo ricattare nessuno, non siamo la TAP. Capiamo il periodo di crisi e capiamo che, per come riportano i giornali locali, la TAP è ad un passo dall’essere realizzata  ma possiamo garantirvi che non solo non è così, vogliono scaricare sulle ditte sub appaltatrici l’onere di ottemperare ad alcune delle prescrizioni. Ricordiamo che sono più di 50, a cui TAP avrebbe dovuto rispondere (è ammessa la possibilità che la redazione del Manuale operativo faccia parte degli obblighi contrattuali in capo al Contrattista assegnatario dell'ingegneria, della costruzione e dell'installazione del gasdotto (EPCI Contracitor)a cui pertanto dovranno essere imposti tutti gli oneri e le responsabilità, attraverso l'assegnazione dell'appalto. Ivi compresi quelli di attenersi scrupolosamente alle prescrizioni nel decreto VIA. inclusa quella di cui trattasi;). Ricordiamo in oltre che non esiste nessun progetto esecutivo e che l’opera sarà finanziata dall’Europa, quindi soldi nostri dove noi ci vediamo una grossa speculazione finanziaria e un progetto dannoso che ricadrà sulla salute, vedi LILT, e sulle tasche, vedi bolletta energetica alla voce infrastrutture.
Ultima nota, vale la pena prendere un appalto, appalto? Subappalto, per un’opera che verrà costruita, così per ragionare in termini egoistici, sotto casa vostra? Conoscete le emissioni che i vostri figli inaleranno? Siete coscienti che lavorate già sul territorio e che dovete tanto a questa terra?
Spero in un vostro ripensamento, credo che rinunciare a partecipare alle gare per TAP sia un gesto altruistico e coraggioso in questo periodo di crisi, ma credo anche che non sarà TAP a cambiarvi in meglio la vita, più probabile in peggio.

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