Non c’è dubbio! Ognuno di noi attua la forma di lotta che
più si sente vestita addosso. Ognuno di noi ha i propri mezzi, nella stessa
maniera ognuno di noi vede un problema in maniera diversa. Nella lotta alla
TAP, come in tutte le lotte che vedono insieme ambiente e sociale, si hanno
mille sfumature: no di grigio, per
favore, risparmiateci la battuta, ma di idee, di lotta : Allora troveremo
sempre quello che si sbatte per il proprio territorio, concentrandosi perché il
problema venga spostato di qualche chilometro; troveremo anche quello che lotta
perché il problema si risolva e non ricada su nessuno; Ci sono quelli che
lottano con le carte bollate perché anche così un progetto devastante va
fermato, e chi, non credendo nelle istituzioni preferisce lo scontro, ce chi ha
solo una marcia di solidarietà per opporsi, chi resta a casa a lottare da un
pc.
Insomma, ti trovi a fianco di mille individui a volte con
mille idee diverse di lotta. ma i peggiori sono quelli che ti chiedono come va
la lotta e a che momento del progetto stiamo, che ti incoraggiano ad andare
avanti, mettendoci del noi “dai CE la fareMO”, mentre decide di partecipare ad
un incontro organizzato da TAP. Questo fa male ma abbiamo imparato a superarlo.
Abbiamo più volte detto che TAP, come del resto tutte grandi
multinazionali e le grandi opere da esse volute, punta ad infiltrarsi nel
tessuto sociale e se non riesce a
convincere la popolazione della bontà della propria opera cerca il consenso promettendo e dividendo.
DIVIDI ET IMPERA. Promette lavoro e fa
in modo che si conoscano le ditta a cui hanno promesso, fa di tutto perché chi
cerca lavoro si scontri con chi protesta per un’opera dannosa ed inutile. Ma
noi questo gioco lo conosciamo bene perché lo abbiamo visto a Taranto, Brindisi
e Val Susa. In questo gioco non ci caschiamo e vorremmo non ci cascassero le
ditte salentine e soprattutto quelle Melendugnesi. Abbiamo la lista completa di
chi ha incontrato TAP il 16 febbraio, abbiamo le foto. Ma non vogliamo ricattare
nessuno, non siamo la TAP. Capiamo il periodo di crisi e capiamo che, per
come riportano i giornali locali, la TAP è ad un passo dall’essere
realizzata ma possiamo garantirvi che
non solo non è così, vogliono scaricare sulle ditte sub appaltatrici l’onere di
ottemperare ad alcune delle prescrizioni. Ricordiamo che sono più di 50, a cui
TAP avrebbe dovuto rispondere (è ammessa la possibilità che la
redazione del Manuale operativo faccia parte degli obblighi contrattuali in
capo al Contrattista assegnatario dell'ingegneria, della costruzione e dell'installazione
del gasdotto (EPCI Contracitor)a cui pertanto dovranno essere imposti tutti gli
oneri e le responsabilità, attraverso l'assegnazione dell'appalto. Ivi compresi
quelli di attenersi scrupolosamente alle prescrizioni nel decreto VIA. inclusa
quella di cui trattasi;). Ricordiamo in oltre che non esiste nessun
progetto esecutivo e che l’opera sarà finanziata dall’Europa, quindi soldi
nostri dove noi ci vediamo una grossa speculazione finanziaria e un progetto
dannoso che ricadrà sulla salute, vedi LILT, e sulle tasche, vedi bolletta
energetica alla voce infrastrutture.
Ultima nota, vale la pena prendere un appalto, appalto?
Subappalto, per un’opera che verrà costruita, così per ragionare in termini
egoistici, sotto casa vostra? Conoscete le emissioni che i vostri figli inaleranno?
Siete coscienti che lavorate già sul territorio e che dovete tanto a questa
terra?
Spero in un vostro ripensamento, credo che rinunciare a
partecipare alle gare per TAP sia un gesto altruistico e coraggioso in questo periodo
di crisi, ma credo anche che non sarà TAP a cambiarvi in meglio la vita, più
probabile in peggio.
Ragazzi ma del Poseidon non dite nulla?
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