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giovedì 13 febbraio 2014

intervista a Marco su IDEA giornale albanese.



Perché siete contro il progetto TAP che passa attraverso l'Albania per raggiungere l'Italia?

Buongiorno, sono Marco e faccio parte del comitato No TAP che qui in Italia si oppone alla costruzzione del Trans Adriatic Pipeline.Quando tre anni fa abbiamo iniziato la nostra lotta, contro il gasdotto,  lo abbiamo fatto spinti dalla voglia di difendere l’ambiente, perchè non capivamo come poteva, un progetto così grosso e industriale, inserirsi in una terra da sempre agricola, di pesca e da qualche anno molto spinta verso il turismo.
Per poterci opporre a tale opera abbiamo dovuto studiarne il progetto, gli asset societari, i fondi con cui verrà finanziato.
In breve tempo ci siamo ritrovati a informarci e a studiare anche geopolitica.
Da quel momento la nostra battaglia ha preso una visione più ampia, meno territoriale, più volta verso gli interessi comuni.
TAP dovrebbeessere finanziata da Project Bond, fondi della comunità europea considerati ad alto rischio (si veda il progetto Castor in Spagna). Quindi soldi pubblici nelle mani di soggetti privati.
TAP trasporterà solo il 2% del fabisogno Europeo, e la su destinazione non è ne Albania, ne Grecia tantomeno Italia, ma l’Hub del gas europeo in Austria. Ci vogliono far credere che avremo la diversificazione dell’approvigionamento del gas per poter avere sconti in bolletta, nel frattempo si firmano nuovi accordi con la Russia.
Si calpesta la dignità delle persone, si calpesta il diritto di una popolazione o delle popolazioni di decidere il proprio sistema di sviluppo, per cosa? Per una presunta strategia energetica europea, strategia che, se si va a vedere bene, non esiste, ma esiste un sistema ben oleato di far transitare soldi in paradisi fiscali. TAP ha sede a Baar (CH), noto paradiso fiscale, ed ha un asset societario per nulla chiaro.
I governi di Albania, Grecia e Italia, per poter avere questo progetto, hanno dovuto firmare degli accordi con l’Azerbaijan, un paese sotto una dittatura parlamentare, un paese che non rispetta i diritti umani e dove è soppressa ogni forma di protesta contro il presidente Ilham Aliyev, figlio del presidente uscente Heidar Aliev, la loro famiglia da sempre ha affari nel mondo del gas.

Secondo voi quali sono i rischi, perché in Albania, è visto come un progetto storico per la nostra regione che aumenterà l'occupazione e riduzionera gli prezzi del gas?
           
Come dicevo, quello della riduzione del prezzo del gas è solo un miraggio. Come potrebbe un maggiore approvigionamento e una maggiore diversificazione abbassarne il prezzo dato che è vincolato al quello del petrolio?
La farsa dell’occupazione poi è fantastica, parlano di corsi di formazione per preparare le ditte interessate alla costruzione mentre i lavori dovrebbero iniziare nel 2015, mi sorge qualche dubbio, dubbi che aumentano quando leggi sull’ESIA del progetto che hanno paura di tenzioni sociali per le possibili mancate aspettative occupazionali.
Puntano a farvi vedere un’opportunità di sviluppo e premono sul tasto occupazionale nella stessa maniera in cui lo fanno qui, promettono posti di lavoro a ditte (da rumors, le promesse per le ditte italiane sarebbero quelle di andare a lavorare alla realizzazione del gasdotto da voi in Albania (!!?) ).
Per conoscere meglio gli aspetti finanziari del progetto vi invito a visitare il sito di Recommon- www.recommon.org e le loro pubblicazioni sull’energia.

Perché pensi che l'Albania è in pericolo? Hai rapporti?

Spiegato che i rischi economici sono uguali per Italia, Grecia, e Albania, vediamo anche l’aspetto ambientale in Albania.
Per poterci opporre a TAP, come dicevamo, abbiamo dovuto studiare a fondo la situazione e considerare il progetto nel suo insieme, dalla partenza in azerbaijan fino al suo arrivo sul nostro territorio. Naturalmente il nostro lavoro di ricerca non avrebbe avuto molto valore se non accertato e coadiuvato da un equipe di 40 esperti chi nel settore energetico, chi in quello ambientale, chi in quello tecnologico.
Per questo ci siamo avvalsi delle conoscenze e dell’esperienza del Prof. Borri che ha coordinato tutta l’equipe.
Il professor Borri ha studiato insieme a noi il progetto e ha messo a disposizione la sua preparazione dai suoi studi si evince che: “Da notare, peraltro, che il gasdotto TAP AG, che dal confine Greco-Turco a Kipoi si spinge verso est – verso l’Adriatico nel quale dovrà immergersi – quando arriva a una certa distanza dal mare della Grecia, pregevole e rinomato per turismo può dirsi al pari di quello Salentino, devia per andare in Albania per quindi di lì – non dalla Grecia e dalle sue pregevoli località costiere – immergersi in Adriatico dopo aver valicato prima i monti alla rilevante quota di ben 1.800 mslm, massima su tutto il tracciato di quasi 900 km del tratto di gasdotto preso in carico dalla TAP AG, e poi le pianure dell’Albania: può ipotizzarsi, conseguentemente, che la deviazione Greco-Albanese dello sbocco costiero in Adriatico sia non casuale ma chiesta dalla Grecia per  proteggere la propria costa e il proprio mare, e le proprie comunità e economie costiere dalla parte più invasiva dell’infrastruttura, ossia dalla parte sottomarina con le sue due testate di partenza dalla e di approdo sulla costa”(dal contro-rapporto per la Valutazione di Impatto Ambientale). In più mi sorgono dubbi su come si possa realizzare un gasdotto sulle montagne albanesi e lungo il canale tra Fier e Otranto che possono essere considerati a rischio sismico.

Quale il rischio per l'Italia? E la Grecia?

Ritorniamo sugli aspetti economici. L’italia ha solo da rimetterci da questo gasdotto. Per Albania,  Grecia e Italia non sono previste forniture di gas e tanto meno un abbassamento del suo prezzo; in Italia, in più, non esiste un progetto che colleghi TAP dall’approdo alla rete nazionale e questo progetto, con il conseguente raddoppio della linea Italiana che dovrebbe portare il gas in Austria, lo dovrebbe costruire la ditta italiana Snam con i soldi dei contribuenti, quindi con un + in bolletta e se il progetto, in fase realizzativa, avesse dei problemi estranei al progetto stesso (vedi terremoto o altre calamità), grazie ai Project Bond, sarebbero i tre stati contraenti l’accordo a dover pagare (ci rifacciamo sempre all’esempio di Castor in Spagna).
I danni per l’ambiete sono in mare, perchè verrà posato un tubo, e questo tubo passerà a diverse profondità e per avere una stabilità sarà fermato con del calcestruzzo e altro materiale. E, sulla terra ferma,sarà fatto uno squarcio nelle piantagioni di ulivi (fonte di reddito per molti Italiani) e nelle zone di interesse ambientale e naturalistico con la presenza di fitta macchia mediterranea (sono solo 9 i km interessati da TAP, ma a questi vanno aggiunti quelli che occorrrono per arrivare alla rete Europa a Minerbio – centro nord Italia-). In Grecia il Gasdotto passerà per una delle zone più fertili e produttive e il suo passaggio interesserà 610 km. Si tenga presente che non è solo la lunghezza a preoccupare ma anche la larghezza avendo lo scavo un’area di asservimento di 100 metri circa su cui sarà impossibile piantare alberi e costruire case.

Quali misure state prendendo contro TAP?

Per opporsi a multinazionali del profito, per opporsi a chi calpesta la dignità delle persone imponendo progetti che hanno il solo fine di spostare enormi capitali, l’unico modo è quello di cercare di capirne sempre di più, informarsi e informare, fare rete con le diverse associazioni che si battono per gli stessi diritti, siano esse in Italia, Albania o Grecia. Il progetto va studiato in tutti i  particolari, da quello economico a quello ambientale e va fermato ovunque ci sia una lacuna nel progetto o nell’iter autorizzativo. Nella nostra protesta non ci sono forme di violenza e ci opponiamo con le idee e con lo studio, sensibilizzando la popolazione e, come dicevo, cercando di fare rete anche con le altre nazioni. Il nostro sogno sarebbe di riuscire a trovare gli oppositori a questo progetto anche in Azerbaijan, ma la vedo dura visto chi governa in quella regione.

Come la vedete il futuro della regione se TAP si realizzerà come progetto?

La costruzione di TAP parte dall’Italia e dal suo approdo, poi si andrà a ritroso verso i giacimenti azeri. Noi non daremo vita facile a questa realizzazione perchè sappiamo che è in gioco molto, non solo l’ambiente, ma anche il rischio di dover subire il cambio nella vita. La nostra terra (salento) è stata sempre dedita ad agricoltura e pesca, ora è anche una zona turistica, non possiamo e vogliamo diventare una zona industriale grazie alla realizzazione di un gasdotto con una centrale di 12 ettari. Non vogliamo aggravare la situazione ambientale pugliese che già subisce una centrale a Carbone, un sito siderurgico e uno petrolchimico che inquinano e sono causa di tumori. E non vorrei che nella vostra nazione, con la scusa del ricatto occupazionale, con la scusa del progresso, possano avere lo stesso atteggiamento.

Trovi il supporto per opporsi? Che pensano gli italiani? E che cosa si fa a convincere gli albanesi e greci contro di TAP?

Come spesso accade in tutto il mondo, le persone preferiscono vivere tranquille senza il peso di una lotta. Sono disincantate e subiscono quasi passivamente le scelte cadute dall’alto, quasi una rassegnazione una sfiducia.
Noi siamo partiti nello scetticismo totale, abbiamo lavorato in questi tre anni per fermare e informare. Abbiamo bloccato il primo progetto Italiano di Tap ed a gennaio il secondo, grazie ad osservazioni e mobilitazione di genti.
Adesso la gente ha più fiducia e ci segue, ci invita a incontri per conoscere il problema, facciamo più rete con chi, in Italia e nel resto del mondo si oppone questo sistema di sviluppo che vede i cittadini lontani dalle decisioni che contano.
I Greci e gli Albanesi non dobbiamo convincerli, sono loro che devono iniziare ad informarsi su cosa sta accadendo sul loro territorio, sono loro ad avere il polso della situazione, noi saremo ben lieti di aiutare e unirci per fermare questo mostro di nome TAP.



Perfavore mi presenti le tue conoscence del settore?

Il comitato è formato da semplici cittadini, ognuno con il suo carico di esperienze in ambito alla lotta per la salvaguardia dell’ambiente e le lotte nel sociale.è formato da tecnici, operatori turistici, o artisti, come nel mio caso. Naturalemente ci si avvale dell’esperienza e delle competenze di professori universitari e altre figure professionali.

Grazie per lo spazio concesso al nostro comitato e invitiamo i lettori a venirci a trovare sulle pagina facebook del comitato no tap


Grazie!

Dorina Bilbili


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