Perché siete
contro il progetto TAP che passa attraverso l'Albania per raggiungere l'Italia?
Buongiorno, sono Marco e faccio parte del comitato
No TAP che qui in Italia si oppone alla costruzzione del Trans Adriatic
Pipeline.Quando tre anni fa abbiamo iniziato la nostra lotta, contro il
gasdotto, lo abbiamo fatto spinti dalla
voglia di difendere l’ambiente, perchè non capivamo come poteva, un progetto
così grosso e industriale, inserirsi in una terra da sempre agricola, di pesca
e da qualche anno molto spinta verso il turismo.
Per poterci opporre a tale opera abbiamo
dovuto studiarne il progetto, gli asset societari, i fondi con cui verrà
finanziato.
In breve tempo ci siamo ritrovati a informarci
e a studiare anche geopolitica.
Da quel momento la nostra battaglia ha preso
una visione più ampia, meno territoriale, più volta verso gli interessi comuni.
TAP dovrebbeessere finanziata da Project Bond,
fondi della comunità europea considerati ad alto rischio (si veda il progetto
Castor in Spagna). Quindi soldi pubblici nelle mani di soggetti privati.
TAP trasporterà solo il 2% del fabisogno
Europeo, e la su destinazione non è ne Albania, ne Grecia tantomeno Italia, ma
l’Hub del gas europeo in Austria. Ci vogliono far credere che avremo la
diversificazione dell’approvigionamento del gas per poter avere sconti in
bolletta, nel frattempo si firmano nuovi accordi con la Russia.
Si calpesta
la dignità delle persone, si calpesta il diritto di una popolazione o delle
popolazioni di decidere il proprio sistema di sviluppo, per cosa? Per una
presunta strategia energetica europea, strategia che, se si va a vedere bene,
non esiste, ma esiste un sistema ben oleato di far transitare soldi in paradisi
fiscali. TAP ha sede a Baar (CH), noto paradiso fiscale, ed ha un asset
societario per nulla chiaro.
I governi di Albania, Grecia e Italia, per
poter avere questo progetto, hanno dovuto firmare degli accordi con
l’Azerbaijan, un paese sotto una dittatura parlamentare, un paese che non
rispetta i diritti umani e dove è soppressa ogni forma di protesta contro il
presidente Ilham Aliyev, figlio del
presidente uscente Heidar Aliev,
la loro famiglia da sempre ha affari nel mondo del gas.
Secondo voi quali sono i
rischi, perché in Albania, è visto come un progetto storico per la nostra
regione che aumenterà l'occupazione e riduzionera gli prezzi del gas?
Come dicevo, quello della riduzione del prezzo
del gas è solo un miraggio. Come potrebbe un maggiore approvigionamento e una
maggiore diversificazione abbassarne il prezzo dato che è vincolato al quello
del petrolio?
La farsa dell’occupazione poi è fantastica,
parlano di corsi di formazione per preparare le ditte interessate alla
costruzione mentre i lavori dovrebbero iniziare nel 2015, mi sorge qualche
dubbio, dubbi che aumentano quando leggi sull’ESIA del progetto che hanno paura
di tenzioni sociali per le possibili mancate aspettative occupazionali.
Puntano a farvi vedere un’opportunità di
sviluppo e premono sul tasto occupazionale nella stessa maniera in cui lo fanno
qui, promettono posti di lavoro a ditte (da rumors, le promesse per le ditte
italiane sarebbero quelle di andare a lavorare alla realizzazione del gasdotto
da voi in Albania (!!?) ).
Per conoscere meglio gli aspetti finanziari
del progetto vi invito a visitare il sito di Recommon- www.recommon.org e le loro pubblicazioni
sull’energia.
Perché pensi che l'Albania è
in pericolo? Hai rapporti?
Spiegato che i rischi economici sono uguali per Italia, Grecia, e
Albania, vediamo anche l’aspetto ambientale in Albania.
Per poterci opporre a TAP, come dicevamo, abbiamo dovuto studiare a
fondo la situazione e considerare il progetto nel suo insieme, dalla partenza in
azerbaijan fino al suo arrivo sul nostro territorio. Naturalmente il nostro
lavoro di ricerca non avrebbe avuto molto valore se non accertato e coadiuvato
da un equipe di 40 esperti chi nel settore energetico, chi in quello
ambientale, chi in quello tecnologico.
Per questo ci siamo avvalsi delle conoscenze e dell’esperienza del
Prof. Borri che ha coordinato tutta l’equipe.
Il professor Borri ha studiato insieme a noi il progetto e ha messo a
disposizione la sua preparazione dai suoi studi si evince che: “Da notare, peraltro, che il gasdotto TAP AG, che dal
confine Greco-Turco a Kipoi si spinge verso est – verso l’Adriatico nel quale
dovrà immergersi – quando arriva a una certa distanza dal mare della Grecia,
pregevole e rinomato per turismo può dirsi al pari di quello Salentino, devia
per andare in Albania per quindi di lì – non dalla Grecia e dalle sue pregevoli
località costiere – immergersi in Adriatico dopo aver valicato prima i monti
alla rilevante quota di ben 1.800 mslm, massima su tutto il tracciato di quasi
900 km del tratto di gasdotto preso in carico dalla TAP AG, e poi le pianure
dell’Albania: può ipotizzarsi, conseguentemente, che la deviazione
Greco-Albanese dello sbocco costiero in Adriatico sia non casuale ma chiesta
dalla Grecia per proteggere la propria
costa e il proprio mare, e le proprie comunità e economie costiere dalla parte
più invasiva dell’infrastruttura, ossia dalla parte sottomarina con le sue due
testate di partenza dalla e di approdo sulla costa”(dal contro-rapporto per la
Valutazione di Impatto Ambientale). In più mi sorgono dubbi su come si possa
realizzare un gasdotto sulle montagne albanesi e lungo il canale tra Fier e Otranto
che possono essere considerati a rischio sismico.
Quale il rischio per
l'Italia? E la Grecia?
Ritorniamo sugli aspetti economici. L’italia ha solo da rimetterci da
questo gasdotto. Per Albania, Grecia e
Italia non sono previste forniture di gas e tanto meno un abbassamento del suo
prezzo; in Italia, in più, non esiste un progetto che colleghi TAP dall’approdo
alla rete nazionale e questo progetto, con il conseguente raddoppio della linea
Italiana che dovrebbe portare il gas in Austria, lo dovrebbe costruire la ditta
italiana Snam con i soldi dei contribuenti, quindi con un + in bolletta e se il
progetto, in fase realizzativa, avesse dei problemi estranei al progetto stesso
(vedi terremoto o altre calamità), grazie ai Project Bond, sarebbero i tre
stati contraenti l’accordo a dover pagare (ci rifacciamo sempre all’esempio di
Castor in Spagna).
I danni per l’ambiete sono in mare, perchè verrà posato un tubo, e
questo tubo passerà a diverse profondità e per avere una stabilità sarà fermato
con del calcestruzzo e altro materiale. E, sulla terra ferma,sarà fatto uno
squarcio nelle piantagioni di ulivi (fonte di reddito per molti Italiani) e
nelle zone di interesse ambientale e naturalistico con la presenza di fitta
macchia mediterranea (sono solo 9 i km interessati da TAP, ma a questi vanno
aggiunti quelli che occorrrono per arrivare alla rete Europa a Minerbio –
centro nord Italia-). In Grecia il Gasdotto passerà per una delle zone più
fertili e produttive e il suo passaggio interesserà 610 km. Si tenga presente
che non è solo la lunghezza a preoccupare ma anche la larghezza avendo lo scavo
un’area di asservimento di 100 metri circa su cui sarà impossibile piantare
alberi e costruire case.
Quali misure state prendendo
contro TAP?
Per opporsi a multinazionali del profito, per opporsi a chi calpesta la
dignità delle persone imponendo progetti che hanno il solo fine di spostare
enormi capitali, l’unico modo è quello di cercare di capirne sempre di più,
informarsi e informare, fare rete con le diverse associazioni che si battono
per gli stessi diritti, siano esse in Italia, Albania o Grecia. Il progetto va
studiato in tutti i particolari, da
quello economico a quello ambientale e va fermato ovunque ci sia una lacuna nel
progetto o nell’iter autorizzativo. Nella nostra protesta non ci sono forme di
violenza e ci opponiamo con le idee e con lo studio, sensibilizzando la
popolazione e, come dicevo, cercando di fare rete anche con le altre nazioni.
Il nostro sogno sarebbe di riuscire a trovare gli oppositori a questo progetto
anche in Azerbaijan, ma la vedo dura visto chi governa in quella regione.
Come la vedete il futuro della
regione se TAP si realizzerà come progetto?
La costruzione di TAP parte dall’Italia e dal suo approdo, poi si andrà
a ritroso verso i giacimenti azeri. Noi non daremo vita facile a questa
realizzazione perchè sappiamo che è in gioco molto, non solo l’ambiente, ma
anche il rischio di dover subire il cambio nella vita. La nostra terra
(salento) è stata sempre dedita ad agricoltura e pesca, ora è anche una zona
turistica, non possiamo e vogliamo diventare una zona industriale grazie alla
realizzazione di un gasdotto con una centrale di 12 ettari. Non vogliamo
aggravare la situazione ambientale pugliese che già subisce una centrale a
Carbone, un sito siderurgico e uno petrolchimico che inquinano e sono causa di
tumori. E non vorrei che nella vostra nazione, con la scusa del ricatto
occupazionale, con la scusa del progresso, possano avere lo stesso
atteggiamento.
Trovi il supporto per
opporsi? Che pensano gli italiani? E che cosa si fa a convincere gli albanesi e
greci contro di TAP?
Come spesso accade in tutto il mondo, le persone preferiscono vivere
tranquille senza il peso di una lotta. Sono disincantate e subiscono quasi
passivamente le scelte cadute dall’alto, quasi una rassegnazione una sfiducia.
Noi siamo partiti nello scetticismo totale, abbiamo lavorato in questi
tre anni per fermare e informare. Abbiamo bloccato il primo progetto Italiano
di Tap ed a gennaio il secondo, grazie ad osservazioni e mobilitazione di
genti.
Adesso la gente ha più fiducia e ci segue, ci invita a incontri per
conoscere il problema, facciamo più rete con chi, in Italia e nel resto del
mondo si oppone questo sistema di sviluppo che vede i cittadini lontani dalle
decisioni che contano.
I Greci e gli Albanesi non dobbiamo convincerli, sono loro che devono
iniziare ad informarsi su cosa sta accadendo sul loro territorio, sono loro ad
avere il polso della situazione, noi saremo ben lieti di aiutare e unirci per
fermare questo mostro di nome TAP.
Perfavore
mi presenti le tue conoscence del settore?
Il comitato è formato da semplici cittadini,
ognuno con il suo carico di esperienze in ambito alla lotta per la salvaguardia
dell’ambiente e le lotte nel sociale.è formato da tecnici, operatori turistici,
o artisti, come nel mio caso. Naturalemente ci si avvale dell’esperienza e
delle competenze di professori universitari e altre figure professionali.
Grazie per lo spazio concesso al nostro
comitato e invitiamo i lettori a venirci a trovare sulle pagina facebook del
comitato no tap
Grazie!
Dorina Bilbili
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