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sabato 22 febbraio 2014

MARE, NAVI E LO STRANO CASO DEL PETROLIO: LA NOSTRA VOCE ARRIVA FINO A LONDRA

di MARCO SANTORO VERRI




Scusate il ritardo, rieccomi a scrivere sul blog.

Oggi, 22 febbraio dell’anno del Signore 2014, è il giorno sulle criticità ambientali e sociali indetto dal movimento no TAV. Per noi del comitato no TAP è stato naturale aderire all’iniziativa  e questo pomeriggio saremo a Lecce,ore 18:00 in piazza Sant'Oronzo, per un presidio con altri amici che lottano per le altre criticità ambientali.

Saremo lì anche per testimoniare solidarietà ai ragazzi della Val Susa ingiustamente accusati di TERRORISMO grazie alla legge nascosta dietro al femminicidio, trucco subdolo del governo uscente per proteggere interessi privati. Un recinto conta più delle persone e delle loro proteste, in Italia i cittadini sono solo clienti che non hanno diritto di lamentarsi.



Tornando a TAP, COSA è ACCADUTO IN QUESTO PERIODO DI APPARENTE SILENZIO?

Dopo il 27 dicembre, la magnifica manifestazione di dissenso popolare  presso le officine Cantelmo, la regione Puglia ha bocciato per la seconda volta il progetto del Gasdotto. Bocciato perché estremamente carente in molte parti, perché questi signori ingegneri e quant’altro credono che bastano le rassicurazioni del governo e dei politici di turno per poter, con arroganza, credere che tutto ciò che presentano sia accettato; per fortuna un paio di tecnici e un paio di politici riescono a fare ancora il loro dovere distaccandosi dalle logiche clientelari di partito. E questo a TAP dà molto fastidio.

TAP deve rifare le prospezioni in mare. Rifare perché quelle consegnate non erano valide, perché se le sono fatte da soli scavalcando gli organi competenti. Ma chi gli dà la possibilità di altre prospezioni a giochi già fatti? Chi gli dà la possibilità di un pareggio a partita chiusa, quale arbitro Moreno è mai questo?

Da un paio di giorni navi enormi si affacciano sullo specchio d’acqua antistante San Foca, ma oggi non sono più rintracciabili sui sistemi di navigazione e sappiamo che hanno avuto la visita dei carabinieri a bordo. Vedremo come andrà a finire anche questa buffonata delle prospezioni marine, speriamo che qualcuno gli faccia notare che non possono e non devono fare ulteriori danni al nostro fondale.

Prima di questi aggiornamenti c’è da ricordare cosa è accaduto a fine Gennaio presso le manifatture Knos. Noi del comitato abbiamo avuto il piacere di ospitare la dott.sa Elena Gerebizza di Re-Common ed Emma Hughes di Platform UK.

In poche righe cerchiamo di capire di cosa si occupano per poi passare al resoconto di due giorni in giro per il tracciato di TAP nel Salento.

Re-Common: L’associazione Re:Common ha raccolto il testimone dalla Campagna per la riforma della Banca mondiale (CRBM), rinnovando il suo impegno a sottrarre al mercato e alle istituzioni finanziarie private e pubbliche, come Banca mondiale e Banca europea per gli investimenti, il controllo delle risorse naturali, restituendone l’accesso e la gestione diretta ai cittadini tramite politiche di partecipazione attiva. Politiche che devono facilitare la nascita di nuovi meccanismi per il finanziamento pubblico dei beni comuni a livello nazionale e globale. Lo strumento utilizzato per raggiungere questi obiettivi così fondamentali per il futuro del Pianeta è quello delle campagne pubbliche contro la finanziarizzazione della natura e per una gestione democratica dei beni comuni, che Re:Common promuove in maniera diretta e a cui partecipa sostenendo l’attività dei movimenti sociali in Italia e nel resto del mondo. (fonte: http://www.recommon.org).


Platform: Da oltre 25 anni Platform riunisce ambientalisti, artisti, attivisti per i diritti umani, educatori e attivisti della comunità per creare progetti innovativi guidati dal bisogno di giustizia sociale e ambientale.
Platform
si concentra sugli impatti sociali, economici ed ambientali dell'industria petrolifera mondiale. Creando, tra le altre cose, corsi di formazione all'avanguardia, mostre, eventi d'arte e progetti editoriali al fine di promuovere nuove idee radicali che ispirino al cambiamento.
Questo approccio interdisciplinare combina la potenza trasformativa dell'arte con gli obiettivi tangibili di campagne elettorali, il rigore di una ricerca approfondita con la visione di promuovere alternative future. (fonte: http://platformlondon.org). Questa organizzazione ha voluto incontrare il comitato per capire il ruolo di BP(British Petroleum) nel consorzio TAP.

La sera di giovedì 30/01/2014 c’è stato il primo incontro ufficiale, molto informale con il comitato No Tap, in uno dei luoghi usati per le riunioni e le discussioni. Nella sede del collettivo ReAzione è stata organizzata una cena durante la quale ci si è potuti conoscere e iniziare a parlare di cosa è TAP e di come le due associazioni non governative possono, in qualche modo, essere d’aiuto per la nostra causa.
La mattina seguente abbiamo portato Elena ed Emma a visitare il tracciato salentino di TAP, partendo dal PRT (centrale di depressurizzazione) fino ad arrivare a San Foca sulla spiaggia di San Basilio. Durante il percorso abbiamo fatto notare l’impatto sull’economia agricola che si verrà a creare con questo progetto, abnorme, per un piccolo territorio come il nostro. Abbiamo fatto incontrare loro i contadini del luogo, chi per amore del Salento vi si è trasferito cambiando stile di vita, dedicandosi alla natura per poi scoprire, dopo pochi anni, che l’industria del profitto gli stava per passare sotto l’orto. I contadini non sono stati gli unici a voler essere intervistati: a San Foca abbiamo avuto il piacere di pranzare presso il ristorante di un pescatore che ha raccontato con le lacrime agli occhi del mare, della pesca e di queste enormi navi, del fondale marino, dei cambiamenti che potrebbero accadere con l’avvento di TAP.


Nel pomeriggio ci siamo spostati presso le Manifatture Knos dove era prevista la conferenza stampa: abbiamo trovato una sala gremita di persone che avevano voglia di informarsi ulteriormente, questa volta non solo sul progetto in sé, ma anche sull’ asset di TAP e sugli impatti sulle popolazioni interessate al passaggio del corridoio 8 in cui è inserito il progetto del consorzio.
Elena ha esposto la situazione economica Italiana in cui si stanno inserendo nuovi progetti per nuovi gasdotti, progetti inutili visto i consumi in calo ( tra pochi giorni avremo le stime di Snam sui consumi, il ministero ci parla di cali del 6% e questo già basterebbe a non scusarne la realizzazione, ma a quanto pare Snam darà valutazioni su un calo che sfiora, se non supera, il 12%). Ha sollevato anche alcuni interrogativi legittimi riguardo il progetto per intero ad esempio: perché il progetto del gasdotto non è considerato come un progetto unico dai giacimenti azeri fino al punto di arrivo in Austria, ma spezzettato in tanti piccoli progetti? Da dove nasce la necessità di presentare progetti diversi di un unico grande progetto? Elena inoltre ci ha parlato dell’asset societario poco chiaro e poco rassicurante di TAP e di quello che succede nei paesi che vengono attraversati da queste megastrutture, dei ricatti occupazionali, dei ricatti economici in genere e di come le multinazionali come TAP si infilano dove trovano terreno fertile per poter imporre il proprio sistema. Questo passaggio è stato il testimone nella staffetta con Emma di Platform UK.


Emma ci ha raccontato il lavoro della sua associazione. Composta da attivisti di ogni paese, da artisti che mettono a disposizione le loro opere o che creano opere che possano servire alle diverse battaglie. L’associazione si occupa di monitorare l’operato delle multinazionali del petrolio come ad esempio la BP. Perché la BP, che si occupa di petrolio, è interessata a TAP e al gas Azero? Cosa nasconde questa operazione?
 Si occupano di conoscere le situazioni sociali e ambientali in cui le multinazionali vanno a imporre i loro mezzi. E scopri che TAP prenderà il gas dall’Azerbaijan che è sotto una dittatura, dove i dissidenti vengono carcerati, dove l’opposizione non esiste e i giornalisti sono minacciati. Ci ha raccontato sulle forme di opposizione che si attuano quando si ha di fronte dei colossi, quali le vie di lotta.
Dall’esperienza di Emma esce fuori che il miglior modo per fermarli è di tamponarli pezzo per pezzo, centimetro per centimetro, far nascere in ogni angolo delle criticità, ad ogni lato del loro progetto un’opposizione, cercare chi si oppone a questo progetto in Grecia, Albania, Turchia fino ad arrivare in Arzerbaijan.
È stata un’esperienza fantastica culminata con una magnifica cena vicino al mare e con una lunghissima chiacchierata notturna su esperienze passate e passi da fare per il futuro.
Anche se ora c’è il silenzio intorno a TAP noi non ci fermiamo.

Per l’approfondimento sulle due associazioni e sull’incontro tenutosi presso le Knos stiamo preparando un articolo più approfondito.

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