Il Comitato era presente alla prima a Roma ecco il nostro reportage.
Rasul Jafarov - foto: Carlo Dojmi Di Delupis |
Rasul è ancora un ragazzo, ha gli occhi svegli ed ha la voce pacata. Lo
potresti incontrare in una qualsiasi libreria, in un concerto o nelle
aule dell’università e si confonderebbe tranquillamente tra i ragazzi
della sua età. Rasul ha 31 anni ma ha vissuto già una vita intera ed è
pronto a viverne altre. Rasul parla, lento, rispettoso, risponde a tutto
e a tutti. Rasul non dice mai di odiare, non ha rancora, non sa cosa
sia, Rasul ama il suo paese. Rasul è un avvocato. Le sue parole sono un
pugno allo stomaco, quelle parole d’amore per la sua terra sono in
contrasto con ciò che il suo corpo ha vissuto. Da Rasul possiamo solo
imparare.
Grazie
Rasul.
foto: Carlo Dojmi Di Delupis |
Vale
la pena barattare il nostro benessere, la nostra tranquillità di avere un continuo rifornimento
energetico, il nostro posto sotto il sole della globalizzazione, con i diritti
umani? Sia chiaro, questa domanda vale per tutti i nostri bisogni e per tutti
quei paesi a cui ci affidiamo per la nostra sicurezza energetica e non solo (
ci siamo mai fermati a riflettere,per esempio sulla materia di cui è composto
il nostro telefono che stringiamo ora in mano? Bene è composto da coltan un
minerale che costa fatica e morte per pochi dollari al giorno nelle miniere
africane ).
Ma
siamo sicuri poi, che questo benessere, questo bisogno continuo di
"rifornirci", sia reale e necessario? Ci soffermiamo mai a chiederci
se tutte le mostre scelte non ricadano, in negativo, sul nostro vicino? Un
esempio di ciò che dico è proprio la nostra lotta al TAP: ci
dicono che è strategico ed importante, ma non ci dicono perché; quando lo si
chiede rispondono che serve al fabbisogno energetico europeo, poi vediamo che le
stime di richiesta del gas sono in calo dal 2003; poi ci viene detto che serve a
differenziarci dalla Russia e scopriamo subito dopo che L’Azerbaijan, padrona
del TAP, acquista il gas dalla Russia sua “rivale”. Bisogna stare molto attenti
a come ci fanno vedere le cose, su cosa ci propinano per il “nostro benessere”,
come le votazioni per la riforma costituzionale che si stanno svolgendo mentre
vi scrivo: ci dicono che è per il cambiamento ma in verità è per dare più
potere alle multinazionali.
Ieri
siamo stati a Roma dove, in occasione della presentazione della grafic novel
"L'Alleato Azero - gas petrolio contro diritti umani -" (Re:Common
ed. Round Robin ) si è parlato di questo e molto altro, e quell’altro sono i
diritti umani violati in un paese partner dell’Italia come è l’Azerbaijan.
In un pomeriggio freddo di inizio inverno romano, abbiamo potuto partecipare a due bellissimi momenti della presentazione di questo libro che ci riguarda molto da vicino. Siamo stati disegnati in questa storia che parla di diritti umani e del caso della giornalista Azera Khadija Ismayilova.
In un pomeriggio freddo di inizio inverno romano, abbiamo potuto partecipare a due bellissimi momenti della presentazione di questo libro che ci riguarda molto da vicino. Siamo stati disegnati in questa storia che parla di diritti umani e del caso della giornalista Azera Khadija Ismayilova.
Il
primo di questi momenti è avvenuto presso la FNSI (federazione nazionale stampa
italiana) in una stanza gremita di giornalisti di tutte le testate, esclusi i
signori di Rai e Fininvest, strano, ma nessuna sorpresa.
Claudia Giuliani, Luca Manes, Elena Gerebiza, Round Robin ed., Rasul Jafarov foto: Carlo Dojmi Di Delupis |
Raffaele Lorusso – Segretario Generale
FNSI- , ha dato il benvenuto, illustrato l'iniziativa e parlato di diritto di
stampa ed informazione. Immediatamente dopo è stata la volta della
presentazione della Grafic Novel, a parlarcene chi ha scritto il testo e curato
tutto l'aspetto creativo dell'opera, Luca
Manes ed Elena Gerebizza di
Re:common che da anni ci affianca nella lotta all'opera inutile della
multinazionale. La grafic non parla solo di TAP e comitato ma soprattutto
racconta la storia e la violazione dei diritti umani sul popolo azero e in
particolare di Kadija Ismayilova; ci hanno raccontato come è stato difficile
incontrarla, il loro lavoro e quello di Kadija in un paese sotto dittatura. La
storia della giornalista è stata confermata dal Portavoce di
Amnesty International Italia Riccardo Noury invitato alla conferenza
stampa per illustrare le condizioni dei diritti umani in questo paese ex
sovietico. Lo spaccato che ne viene fuori è tutt’altro che tranquillizzante con
nuove leggi, in quel paese già mortificato, che accentrano ancora di più il
potere nelle mani del presidente Ailyev, come se ce ne fosse bisogno, ed
aumenta la repressione nella repubblica caspica, per buona pace dei due troll
in carne ed ossa mandati in conferenza da Azerbaijan e, probabilmente da TAP, a
difendere l’Azerbaijan e gli interessi del suo presidente, descrivendo questo
paese, che vive su gas e petroli, come una delle migliori democrazie presenti e
che molti dovrebbero prendere ESEMPIO da loro. Ci sono stati attimi di tensione
grazie a questi signori, ma la preparazione e la calma degli oratori ha portato
il sereno ed azzittito quelle voci mandate a disturbare.
Non
erano presenti solo questi troll, questi personaggi mandati a fare scompiglio,
in sala era presente anche il console dell’ambasciata Azera mandato a registrare
e controllare il nostro amico Rasul
Jafarov avvocato che ha subito, e subisce tutt’ora, la ferocia di una
nazione che si definisce democratica. C’erano anche alcuni Armeni, questo a
dimostrazione di come è complesso e articolato il problema Azerbaijan e di
conseguenza il problema TAP. Ci sarebbe da dire tanto su Rasul, un ragazzo di
31 anni, un avvocato che paga il suo impegno per i diritti umani nel suo paese,
un ragazzo che, nonostante le pressioni in quella sala, riesce a stare calmo,
posato, educato, risponde a tutte le domande con rispetto, anche quando quelle
domande sono fatte per mettere paura. Un ragazzo fatto presto uomo, altri alla
sua età stanno cercando di laurearsi lui fa già esperienza sulla sua pelle. Ha
subito l’incarcerazione per 18 mesi, ma a lui è andata bene. Le storie di Rasul
e di moltissimi altri dissidenti del regime, le potete leggere nei rapporti di
Amnesty International e di seguito inseriremo un rapporto dello stesso Rasul.
Rasul è una persona da cui imparare tanto.
Marco Santoro Verri Comitato No Tap -foto: Carlo Dojmi Di Delupis |
Il pomeriggio
si è concluso con la presentazione del libro presso la Libreria Del
Viaggiatore, casa dell’editore della grafic Round Robin. Una situazione più
familiare più accogliente e dove, dopo le presentazioni e i saluti, abbiamo
potuto conosce chi la disegnatrice della grafic Novel, Claudia Giuliani, una
ragazza di 22 anni già alla sua seconda esperienza con questa nuova forma di
letteratura e con re:common.
Gianluca Maggiore Comitato No Tap - foto: Carlo Dojmi Di Delupis |
In un
ambiente, come dicevamo più amichevole e cordiale, ci è stata data la
possibilità di parlare di noi e del TAP, far conosce ancora una volta questo
progetto inutile, ma soprattutto, ed era normale fosse così, abbiamo parlato di
repressione, anche se ancora velata, quella repressione CHE noi
sentiamo, anche se non ai livelli, e speriamo non arrivi mai, subita dai
nostri amici Azeri. Il discorso, inevitabilmente, è finito sul discorso
referendario, una modifica della costituzione che darà, guarda caso, più poteri
al governo su scelte di natura energetica. Una riforma che non aiuta le
popolazioni a le multinazionali.
La
costituzione va rispettata non cambiata.
Qui di seguito avremmo voluto mettervi alcuni link di
attivisti azeri condannati ma ci è impossibile, molti di questi sono stati
rimossi
Qui la storia di due ragazzi che rischiano dieci anni per aver
fatto una scritta sulla statua del padre del presidente, ma naturalmente non
potevano essere accusati di imbrattamento quindi rischiano dieci anni per
possesso di droga. (?) a breve speriamo di pubblicare il dossier di Rasul -
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