Una cattedrale nel deserto che
pagheremo noi e farà godere un dittatore e i governi di lui sudditi.
Da sempre diciamo che TAP è un problema socio economico e, molto dopo,
ma solo molto dopo, ambientale.
Osiamo dire che la stessa TAP ha volutamente fatto
emergere, ed esaltato, le criticità ambientali per nascondere che cosa
realmente E’.
Ci sono stati, da sempre, sistematici attacchi rivolti a noi o verso
tutti quelli che si sono opposti alla realizzazione di quest'opera inutile e
dannosa ovunque venga realizzata. Un’opposizione nata da uno studio
approfondito del progetto, assetto societario e mercati dell'energia. Siamo
stati attaccati con diversi epiteti: prima NIMBY,
ma siamo riusciti a dimostrare il nostro no incondizionato; quattro ambientalisti ideologizzati, e
qui abbiamo dimostrato che TAP a ben poco a che vedere con l'ambiente e che, se
si sono bloccati, la colpa è del loro progetto carente in tutti gli aspetti; e
le esternazioni di politici come D’alema, Tomaselli, Renzi o il nostro “amicone” Friz
Massa. Tutti epiteti arrivati da
esponenti politici, che non sono mai riusciti a spiegare la strategicità dell’opera
– “è strategica perché differenzia dalla
Russia” e l’Azerbaijan subito compra gas russo; “risparmieremo in bolletta, più gas, più concorrenza, meno costi” e
anche qui l’errore essendo il costo del gas legato al quello del petrolio in
più pagheremo in bolletta il tratto di SNAM,
tratto che attraverserà anche le zone colpite in questi giorni dal sisma; “richiesta gas in crescita” quando in verità siamo fermi ai primi
del 2000; Per farla breve, e già lo sapete, i nostri politici hanno abbandonato
le comunità locali per favorire TAP. – al
confronto di questi politici TAP si è dimostrata un agnellino, spiazzata da un’opposizione pronta a scoperchiare il
vaso con documenti e carte. Cosa ci guadagnano i politici nello
spalleggiare la multinazionale? Noi una nostra idea l’abbiamo ma vorremmo fosse
qualche magistrato dalla vista buona, che riesca a distinguere un cantiere
dalla paletta con secchiello di un bambino sulla spiaggia, a indagare e
dircelo, ma forse i poteri forti fanno ancora paura. Finiamo questo primo punto
parlando ancora dei nostri cari politici. Tutti e dico tutti favorevoli a
queste infrastrutture, e non venite a dirci che molti non lo sono perché
auspicano lo spostamento e vogliono salvare la bellissima costa di San Foca.
Questa posizione non ha mai trovato spazio nei nostri discorsi, nei nostri
studi. Chi ha proposto lo spostamento, anche davanti all’evidenza della sua non
strategicità, davanti alla mancanza dei diritti umani, difendendo TAP anche
davanti alla evidente carenza tecnica del progetto, lo ha fatto per creare caos
ed ostilità tra popolazioni, tra provincie. Chi ha auspicato lo spostamento,
scusa ancora un’opera che ricadrà sulle tasche dei contribuenti europei e aiuterà
a legittimare una dittatura.
foto 1 |
In Grecia il discorso è uguale, contadini abbandonati a se stessi.
Promesse puntualmente disattese da parte dei politici di tutti gli
schieramenti. TAP che con la sua arroganza e prepotenza, che abbiamo imparato a
conoscere anche qui da noi, entra nelle campagne di contadini addirittura ignari
del passaggio del tubo (a testimonianza di ciò abbiamo fotografato un mezzo di
Tap sotto sequestro da più di venti giorni). TAP circonda i proprietari sia fisicamente,
portando i mezzi a ridosso dei fondi, che psicologicamente, mandando personaggi
vicini ai contadini per convincerli a desistere e prendere quell’elemosina
offerta loro (stesso sistema viene usato da noi con personaggi della politica
locale, che per fini elettorali o per interesse personale, fanno i facilitatori,
i moderatori, in antichità si potrebbero considerare sensali, ma tutto a favore
di TAP naturalmente). In Grecia i contadini e le associazioni di consumatori
aspettano, e lo fanno ormai da due anni, e dovranno aspettare ancora tre mesi
perché nuovamente rinviata per la terza volta la seduta, che vengano discussi
tre ricorsi (distinti tra gruppi portatori di interesse: comuni, associazioni
etc.), contro la procedura di autorizzazione concessa a TAP dal governo. Strano
come tutto ciò che riguardi questa Multinazionale trovi analogie nei paesi che
attraversa. Anche qui da noi aspettiamo il 30 novembre perché il GIP si
pronunci sulla richiesta di archiviazione del PM riguardanti l’inizio lavori
(per noi, i vigili urbani, i carabinieri del Noe e per le foto che vi mostriamo,
questo inizio lavoro non è mai avvenuto)
foto 2 |
foto 3 |
e per la direttiva Seveso, che non si
sa bene come mai per questa opera non debba valere. Aspettiamo anche il 30
Gennaio quando in consiglio di stato si discuteranno i ricorsi di Comune di
Melendugno, Regione Puglia e Comitato No Tap, sull’iter che ha permesso la VIA
e l’Autorizzazione Unica.
Inutile parlare dell’Albania dove è bastata una stretta di mano tra
politici e Multinazionale perché tutto andasse liscio, vi invitiamo a studiare
la situazione attuale dell’Albania, per capire il perché sia bastato così poco.
Basta vedere come è governata e chi realmente gestisce il bene comune, chi è
Taçi l’uomo di affari albanese di TAP.
Delle vicende Turche se ne riempiono i giornali, gli affari di Erdoğan
con il petrolio ed il gas, la sua guerra ai Curdi e i secolari problemi con gli
Armeni (stesso problema azero), lo strano rapporto con l’Isis e gli interessi in
Azerbaijan. Solo questo basterebbe a non rendere sicuro il passaggio di un
gasdotto (di giorni fa la notizia che un gasdotto turco è stato sabotato dal
PKK), solo questo, basterebbe a spingere i governi, che si considerano
democratici, a non avere rapporti con la Turchia. Ma cosa pensiamo mai? i
nostri governi “democratici” che rinunciano ad avere rapporti con la Turchia?
Ma se abbracciano il dittatore Azero vuoi che si preoccupino di Erdoğan? .
Cosa succede in Azerbaijan? In Azerbaijan il presidente Ilham Aliyev, succeduto al padre Heydər Əliyev ex membro del
KGB, continua la repressione nel Nagorno Karabakh e rende difficile la vita ai
giornalisti indipendenti, senza parlare poi degli attivisti chiusi nelle patrie
galere senza possibilità di difesa – un giovanissimo artista è stato condannato
a dieci anni di carcere per aver fatto un disegno di protesta sulla statua del
presidentissimo, ma naturalmente mica potevano dargli 10 anni per
imbrattamento, e no, gli anno dato dieci anni per possesso di droga, notizie
false come false sono le accuse per la giornalista Khadija
Ismayilova, e tanti altri suoi colleghi giornalisti. La situazione è
talmente critica per i diritti umani che
Bayram Mammadov giovane atttivista |
Khadija Ismayilova giornalista |
Sono stati sospesi i
finanziamenti al corridoio sud finché l’Azerbaijan non risolverà i suoi
problemi nel campo dei diritti umani.
Come faranno ora gli azeri a portare a compimento la loro opera? Come
faranno i politici locali e nazionali a scusare un’opera che non ha nulla di
democratico, della sua imposizione e del fatto che non ci sia stata nessuna
consultazione con le popolazioni coinvolte? Come faranno i nostri politici a
scusare un progetto che non ha nulla di investimenti privati? – secondo noi
questo progetto serve a riciclare soldi della dittatura, scusate se siamo
franchi ma così sembrerebbe da quello che vediamo, come per esempio la sede di
TAP a Baar, famoso paradiso fiscale, indaghiamo anche nel Belize? Mmmm …
Ci dispiace che questo problema dei diritti umani non interessi nessun
politico, anzi, abbiamo scoperto che personaggi sono accusati di aver preso
delle belle mazzette per nascondere lo stato criminale Azero, l’illustrissimo onorevole
Volontè dell’UDC, per esempio. O la madornale svista della buona Emma Bonino
dei radicali che recatasi in Azerbaijan non ha detto nulla (ma lei non lottava
per i diritti umani?), anzi ha garantito che il TAP si farà. Insomma ci
sentiamo circondati da strani personaggi che assecondano la multinazionale ed
abbandonano tutte le popolazioni.
Abbiamo intitolato questo comunicato Una cattedrale nel deserto che pagheremo noi e farà godere un dittatore
e i governi di lui sudditi, certo e lo ribadiamo, il dittatore ha solo
l’interesse nell’investimento, no che l’opera sia finita, a lui interessa
ripulirsi la faccia e non solo, CHE GLI FREGA CHE L’OPERA NON SIA FINITA TANTO
CI PENSERANNO GLI STATI, ITALIA E GRECIA A DARE LE GARANZIE, CI PENSERA’ SNAM A
COPRIRE I DANNI, CI PENSERANNO, INSOMMA, I CITTADINI ITALIANI E GRECI A FAR
FARE BELLA FIGURA AL DITTATORE AZERO .
Per quanto riguarda la lobby delle multinazionali ci sarebbe da
divertirsi nello scoprire come questi personaggi prima creano le esigenze e nello
stesso tempo hanno a loro disposizione i mezzi per contrastarle. Insomma sono
sempre loro gli artefici e i risolutori delle crisi in modo da mungere le
vacche, e quando le vacche grasse finiscono in una zona, trovano, più in la,
altri pascoli.
Vi lasciamo con una esortazione: capiamo che la crisi attanaglia tutti,
sappiamo che il ricatto occupazionale è una spada sul collo di tutti noi. Ma ci
chiediamo, vale la pena svendersi e lavorare con queste società dai risvolti
poco chiari? Vale la pena lavorare con chi calpesta i diritti umani? Vale la
pena lavorare con chi si comporta con tanta arroganza e crede di poter compare
ogni cosa, anche la vostra dignità?
Non attaccheremo nessuno al palo o alla gogna, è più
stile di TAP che nostro, noi ci becchiamo le denunce e tacciamo, sicuri del
nostro lavoro sempre puntuale e corretto nell’informazione. BUON LAVORO A VOI
ALTRI
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