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mercoledì 8 gennaio 2014

ECODEM, PD E TAP di Marco Santoro Verri


Ogni mattina ci svegliamo e troviamo sui giornali articoli e interviste a personaggi della politica.
Ogni mattina cerchiamo di capire dove vogliano arrivare; ci sono quelli che hanno bisogno di visibilità, per poter scalare i vertici del partito, ci sono quelli che hanno la necessità di dire la propria su ogni cosa, altrimenti, poi, stanno male, ma i più pericolosi sono quelli che conosco l’entità del danno fatto e sono consapevoli di aver perso e perso abbondantemente nei confronti della popolazione, ma cercano in tutti i modi di restare appesi agli specchi.

Anche oggi si ripete la tiritera, politici che si sfidano sull’approdo dell’opera inutile. Non sono politici di diverso orientamento e neanche politici di diverso partito, no, sono dello stesso partito e giocano a rimbalzarsi le responsabilità di una sconfitta. Sconfitta, si, di questo si tratta, potranno arrivare a fare il gasdotto, ma avranno perso nei confronti della popolazione avranno perso davanti al loro stessi e al loro essere persone quindi non gli resta che fare muro contro muro nascondendosi dietro la parolina magica “strategia”, strategia inesistente (I dati sulla strategicità e sullo strano assetto societario dell’opera li hanno esposti magnificamente il Prof. De Giorgi e la Dott.sa Elena Gerebizza, e non è il caso di rimarcare che dal loro contro-rapporto risulta che TAP sia un’opera inutile dannosa e che non serve strategicamente, per chi volesse ci sino i video su youtube della loro audizione alla camera presso la commissione esteri).  Perde anche chi dice che l’importante sia non farlo a San Foca, dimenticando che nel Salento si muore per i veleni di Brindisi e Taranto confermando, se non fosse chiaro a tutti, che l’aria non ha confini territoriali.
Ci rallegriamo che almeno una parte, anche se piccola e messa ai margini, del partito democratico salentino, il gruppo ecologista Ecodem, sia arrivata alla conclusione che quest’opera è inutile e dannosa, ambientalmente ed economicamente. 

Facciamo un paio di domande a Mario Tagliaferro di Ecodem per capire meglio la loro posizione.

Ciao Mario, cosa si pensa, nel vostro gruppo, sulle posizione dei parlamentari del PD e come mai Ecodem ha una visione così diversa da PD e Legambiente?

Caro Marco grazie della domanda a cui sono felice di rispondere.
Andiamo con ordine: mi chiedi cosa pensiamo in Ecodem della posizione dei parlamentari e di altri esponenti del PD con particolare riguardo alla diatriba sul punto finale di approdo del gasdotto.
Inizierei col dire che la posizione di Ecodem Salento sul gasdotto è stata da sempre ed in tempi non sospetti negativa.
Infatti, abbiamo ritenuto fin dall'inizio di non dover porci in posizione pregiudiziale rispetto all'opera, ma di dover sostanziare le nostre opinioni con una valutazione approfondita del progetto.
Per questi motivi, ad una prima valutazione negativa sul vecchio progetto, inviata nel mese di giugno 2013 al Ministero dell'Ambiente nell'ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, è seguito un ulteriore approfondimento scientifico (con l'ausilio della Società Italiana di Ecologia) sul secondo progetto ripubblicato da TAP lo scorso settembre.
Ebbene, i nostri approfondimenti hanno portato anche sul nuovo progetto ad ulteriori valutazioni negative fondate su rilevanti lacune del progetto TAP. Tra queste l'assenza di uno studio di impatto ambientale unitario rispetto all'allaccio 
finale alla rete Snam sito in Mesagne, l’assenza di criteri scientifici di selezione delle alternative di percorso, la carenza di scientificità nella scelta del punto di approdo finale, la non strategicità dell'opera alla luce dei dati sui consumi di gas in Italia (che peraltro sembrano confermati in termini ulteriormente peggiorativi dall'ultima trimestrale Snam ancora 
inedita).
Sulla base di queste premesse, riteniamo che il dibattito che si sta sviluppando all'interno del PD sia sterile: pensiamo, infatti, che modificare il punto di approdo o proporre l'integrazione del progetto TAP con il gasdotto Igi Poseidon sia mero esercizio dialettico, in quanto se il progetto TAP non consente di avere le garanzie che un sistema di normative ambientali oramai maturo e di matrice comunitaria richiede, il gasdotto non può essere installato, a San Foca come a Otranto o Lendinuso.
Per questi motivi, anche all'esito di un incontro con il segretario regionale Sergio Blasi dello scorso 6 luglio insieme al Comitato No Tap, avevamo proposto alla ditta di affidare la redazione dello studio di impatto ambientale a soggetti istituzionali in posizione di terzietà come, ad esempio, l'Università del Salento. Nessuno, infatti, avrebbe avuto da dubitare sulla serietà e l'equidistanza di tali professionisti.
E' inutile ribadire come questa proposta non sia stata accolta da TAP.
Se non bastasse, tutte le carenze del progetto hanno trovato ulteriore conferma nel processo partecipativo organizzato dalla Regione Puglia tra novembre e dicembre, nel quale tutti i presenti hanno potuto testare dalla viva voce, o sarebbe meglio dire dagli imbarazzati silenzi e balbettii dei tecnici di TAP rispetto alle richieste di chiarimenti degli intervenuti, le lacunosità del gasdotto che permangono tuttora.
Queste, insomma le motivazioni che diversificano la nostra posizione rispetto a quella del resto del partito.
Se poi mi chiedi come sia possibile che componenti dello stesso soggetto politico abbiamo opinioni così differenti, ti potrei rispondere che la diversità di pensiero è l’essenza della democrazia. O forse potrei dirti che chi affronta la questione fianco a fianco con i comitati e le associazioni (e noi di Ecodem siamo proprio un’associazione), chi vive la vicenda in diretta, chi approfondisce i contenuti, chi propone all’assessore Minervini di sperimentare su TAP la legge regionale sulla partecipazione diretta dei cittadini agli interventi di trasformazione del territorio, chi mette a disposizione i propri saperi per elaborare la stessa proposta di legge regionale, insomma, chi fa tutte queste cose a titolo gratuito perché ha scelto per vocazione e sensibilità di portare il dibattito politico sulla questione ambientale, matura una posizione differente.
Differente, per esempio, rispetto ai parlamentari che rifiutano il confronto con il Comitato No Tap dopo aver fissato data, luogo e ora in base alle loro disponibilità.
Differente rispetto ad assessori regionali che si accorgono del progetto TAP solo quando scoppia il caso.
Differente anche rispetto ad una segreteria provinciale che non ci ha mai consultati sulle tematiche ambientali e che, dopo una campagna congressuale in cui la parola gasdotto non si è mai sentita, elabora ipotesi di approdo ad Otranto senza alcuna cognizione ambientale e di strategia energetica nazionale.
Infine, rispetto alle querelle Blasi – Capone sulla possibile ambientalizzazione di Cerano, premesso che apprezzo il lavoro del segretario regionale del PD che sin dal primo momento ci ha messo la faccia, trovo un parallelo tra la posizione segretario regionale e quella di Legambiente.
Se ricordi, anche nell’incontro tra PD (Blasi), Ecodem e Comitato No Tap dello scorso luglio, proprio il Comitato si rendeva disponibile ad “ospitare” il gasdotto a condizione di inserire l’opera in un piano energetico integrato regionale tramite una Valutazione Ambientale Strategica e di assicurare una riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti in Puglia del 30%.
Ebbene credo la proposta di Blasi vada in tale direzione. E non sono certamente gli investimenti per mitigare gli impatti di Enel a Brindisi a costituire l’ostacolo principale all’ambientalizzazione della centrale Federico II. Ma gli ostacoli sono semplicemente legati alla maggiore redditività del ciclo produttivo alimentato a carbone.
Allora ben vengano ipotesi di lavoro di questo tipo, ma nel breve periodo siamo chiamati ad esprimerci sul progetto di TAP come portato in questi giorni alla valutazione del Comitato VIA regionale.
E questo progetto, lo ribadiamo, è lacunoso e non dà garanzie.

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