COMUNICATO N°13 – AUTORIZZAZIONI SCADUTE – lo dice il ministero –
PUBBLICITA’ INGANNEVOLE.

Avremmo voluto approfondire tutte
quelle pagine pubblicitarie uscite sul Quotidiano di Puglia, ma non lo faremo
per due ragioni: chi ci segue ha capito come agisce TAP e chi lo asseconda
accettando i suoi soldi; il progetto è inutile ovunque venga concepito, ovunque
venga fatto, nessuna iniziativa privata ma questa multinazionale prenderà soldi
dall’Europa e dalla Stato Italiano, pagheremo noi tutta l’infrastruttura di
Snam.
Avremmo voluto e un poco lo
abbiamo fatto ma ora vi lasciamo al nostro comunicato sugli ultimi avvenimenti
e sulla nostra conferenza stampa in cui abbiamo spiegato come le Autorizzazioni
di TAP siano tutte scadute. Come risposta abbiamo avuto una rassicurazione
dall’ufficio stampa della multinazionale che loro sono giornalmente in contatto
cordiale con gli uffici dei ministeri per appianare le divergenze e trovare
soluzioni. A voi forse rassicurano queste espressioni a noi fanno paura perché,
come abbiamo sempre pensato, TAP e ministeri vanno a braccetto, tanto che a
volte sembrano le stesse persone.
COMUNICATO dopo la nostra CONFERENZA STAMPA
“AUTORIZZAZIONI SCADUTE”
Ora parliamo di autorizzazioni, o meglio di autorizzazioni che non ci
sono. Il Comitato, nei giorni scorsi, ha tenuto una conferenza stampa far
conoscere l’attuale stato del progetto TAP. Ormai da anni diciamo che i
permessi sono evidentemente fallati sotto il profilo amministrativo ma anche
sotto quello tecnico. E’ il caso di dire che ora tutti i nodi vengono al pettine.
Abbiamo sempre dimostrato la non
strategicità dell’opera, la sua inutilità, non mollando mai il tiro
sull’aspetto tecnico e amministrativo, studiando il progetto ed il suo iter.
Per questo abbiamo da sempre denunciato che le modalità usate da TAP rendevano
non fattibile il progetto. Di queste modalità, ora, anche il ministero dell’Ambiente sta chiedendo conto.
La cosa evidente è che i lavori sarebbero dovuti iniziare entro il 16 maggio scorso: secondo TAP e il Ministero dello Sviluppo Economico questo è accaduto; secondo il Comitato NO TAP, il Comune di Melendugno, con il suo ufficio tecnico, e il Ministero dell’Ambiente NO.
Il nodo principale sono le prescrizioni “ante operam” (prima dell’opera). Come fanno i lavori a essere iniziati se il ministero dell’Ambiente chiede da 2 anni la produzione di un progetto esecutivo?
La risposta è semplice, i lavori non sono iniziati. Non siamo ancora nella fase di costruzione e quindi si è superato il limite massimo imposto dalla UE per l’avvio dei lavori.

A 2 anni di distanza dalla VIA (valutazione d’impatto ambientale) è chiaro che il percorso non è proprio positivo come invece viene pubblicizzato dall’ufficio stampa di TAP. Entrando nel dettaglio i punti venuti a galla in questi giorni sono: il ministero dell’ambiente ha chiesto l’allungamento del microtunnel, dai 1485m originali bisognerebbe arrivare a 1610m, per poter superare la prateria di Cymodocea. Essendo il microtunnel la parte tecnicamente più delicata, costosa e impattante per l’ambiente, questa richiesta prevede una pesante rimodulazione del progetto esecutivo. A questa richiesta (prescrizione A6b) TAP ha risposto che le difficoltà tecniche porterebbero la realizzazione del microtunnel fuori dalle tecnologie standard.
La CTVIA dal conto suo, con il parere 1942, ha confermato il quadro
prescrittivo, imponendo, ma non ancora ottenendo, la riprogettazione;
Il secondo punto è consequenziale,
ma con risvolti grotteschi.
Il ministero fa notare a TAP che non solo il microtunnel è corto ma
che anche le prospezioni geologiche a
mare non sono presenti tra gli elaborati. TAP infatti, ha si presentato un
progetto esecutivo del microtunnel (prescrizione A3), ma, e qui c’è
dell’assurdo, con mappe e coordinate fornite dalla stesse multinazionale si
evince che le prospezioni depositate
sono le stesse del 2012 e riguardano Punta Cassano e non la Spiaggia di San
Basilio. Per inteso questo riguarda solo il tratto a mare del famigerato
microtunnel, il tratto a terra è decisamente più “limpido”.
Dalla documentazione che riguarda
questo tratto si evince che TAP non sa
cosa c’è sotto la pineta e la duna, o meglio rileva “anomalie geologiche”. Verosimilmente,
il tratto a terra del microtunnel è funestato da cavità carsiche tipiche di
questo territorio che mal si conciliano con un opera ingegneristica del genere.
Con questo quadro desolante è corretto parlare di permessi in regola? di tempistiche rispettate?
A nostro parere i lavori non sono cominciati e i permessi sono scaduti, ammesso si voglia rimanere nella legalità e nella ragionevolezza.
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http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/477841/-il-gasdotto-tap-portera-in-puglia-oltre-500-mln-.html
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http://www.ipsoa.it/documents/fisco/tributi-locali/quotidiano/2015/11/12/legge-di-stabilita-2016-imu-cambiano-le-regole-per-gli-imbullonati