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lunedì 29 dicembre 2014

No Tav: cade il reato di terrorismo per altri tre arrestati


da contropiano.org


Un’altra buona notizia prima della fine dell’anno, il che non capita spesso (di questi tempi pare ci si debba accontentare…).
Nonostante l’impegno profuso dalla Procura di Torino e la campagna di alcuni esponenti politici – in primis Esposito e Lupi – anche il Tribunale del Riesame, che prima di Natale era chiamato ad esprimersi sul reato di terrorismo affibbiato dalla procura di Torino a tre militanti No Tav – Lucio Alberti, Graziano Mazzarelli e Francesco Sala – ha dovuto scagionare i tre. Il reato non sussiste, quindi. Così come nel caso di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, rimasti in carcere per un anno dopo gli arresti in seguito alle azioni di sabotaggio contro il cantiere fortino di Chiomonte del 13 maggio del 2013 e comunque condannati dalla Corte d’Assise di Torino ad una pena sproporzionata – tre anni e mezzo di reclusione – per il reato di danneggiamento. Anche per gli altri tre attivisti restano le accuse di possesso e fabbricazione di molotov e di resistenza a pubblico ufficiale, accuse che permettono alla magistratura di mantenere la detenzione cautelativa in carcere in vigore dal luglio scorso.

venerdì 12 dicembre 2014

LE BUGIE DI TAP – parte 999… (abbiamo perso il conto) /a




Comitato NO TAP

La campagna pubblicitaria che sta conducendo Tap in cui, attraverso un video su youtube, dichiara che la centrale di depressurizzazione e misurazione del gas non è un impianto industriale, è falsa e scorretta poiché si vuole tentare di tranquillizzare le persone alterando la realtà oggettiva dei fatti con affermazioni prive di ogni fondamento tecnico e giuridico.
Infatti se questa società svizzera fosse davvero corretta con i cittadini e le imprese del territorio, come si dichiara, dovrebbe quantomeno spiegare prima cos’è un impianto industriale. Perché se non è un impianto industriale, cosa dovrebbe essere allora un complesso di tubi, sfiati e caldaie da poco meno 10 MW, che in un’area recintata per 160mila mq, abbassa la pressione del gas metano da 145 a 75 barG? Non si può certo pensare che sia un impianto civile di un condominio!
Basta una semplice ricerca tra la letteratura tecnica prevalente e si ritrova che “l’impianto industriale è un complesso di macchine, apparecchiature e servizi atti a permettere la trasformazione di materie prime o derivati in prodotti finiti. (…) Le trasformazioni sono di natura tecnica (fisica o chimica), con variazione di composizione chimica, dello stato fisico (come la pressione del gas!), della forma, delle dimensioni, dei pesi...”
E questa era la definizione riportata dal Pareschi, uno dei più diffusi testi sui principi generali di progettazione di impianti industriali.
Bisogna tenere presente che non esiste una definizione normativa di impianto industriale, ma il mondo tecnico e scientifico ha provveduto da decenni a darne una, che a quanto pare Tap sembra ignorare.
Quello che invece esiste già sono le leggi sulla sicurezza degli impianti industriali, che distinguono quelli considerati a rischio di incidente rilevante, i quali devono rispettare la normativa Seveso, da tutti gli altri impianti industriali che devono rispondere comunque a specifiche normative sui processi industriali, appunto, regolamentati dalla legge sulla sicurezza del lavoro (D. Lgs. 81/2008). E proprio su questo ultimo punto, c’è già un contenzioso al Tar con il comitato tecnico regionale per il rischio industriale, che ha dimostrato come questo gasdotto sia anche sottoposto a rischio di incidente rilevante.
Noi non gridiamo al lupo cattivo senza motivo, ma siamo qui a contare le bugia una dopo l’altra, ormai abbiamo perso il conto. Sempre più forte, ‪#‎NOTAP

mercoledì 10 dicembre 2014

Sblocca - Italia e TAP, coordinare le lotte per bloccare la devastazione. La lotta NO TAP a Napoli

di Mauro C.




Nel cuore di Napoli il sette dicembre scorso si è tenuta la prima assemblea del centro sud contro lo sblocca Italia. Una prima assemblea che ha visto una partecipazione numerosa da diverse organizzazioni, collettivi, comitati e movimenti territoriali che oggi lavorano contro grandi opere e sfruttamento del territorio. Dal gasdotto tap alle trivelle in Basilicata. I NO TAP erano lì. Ci si è incontrati per discutere intorno al decreto sblocca Italia che vede imporre un quadro normativo, a livello nazionale, che supera la competenza decisionale di enti come regione e comuni in materia di opere pubbliche e non. Creando questa rigidità fornisce anche a chi è critico la possibilità di condividere percorsi di contestazione per tutto il territorio nazionale.

Da qui si è aperta la necessità di sperimentare un percorso di lotta condivisa e comune.
La logica sottesa allo "Sblocca/Italia" è quella della messa a valore del territorio, delle risorse naturali, di segmenti protetti dell'economia e gestiti in maniera privatistica: il saccheggio è l'unica via d'uscita per un capitalismo incapace di recuperare saggi di profitto che consentano un nuovo ciclo di accumulazione.



L'assemblea si è conclusa con le seguenti proposte: organizzare una campagna nazionale sullo "Sblocca/Italia" che sia alimentata da varie assemblee macroregionali che connettano le varie istanze provenienti dai territori in vista di una assemblea nazionale da tenersi nei primi mesi del prossimo anno; all'interno di questo percorso, convocare una manifestazione nazionale che componga in un evento particolare tutti i percorsi che matureranno in coordinamento nei prossimi mesi; sostenere una manifestazione nazionale in Basilicata da tenersi nel mese di gennaio.
Di seguito il comunicato dell'assemblea:
Ad un mese dalla mobilitazione di Bagnoli del 7 Novembre, sull’onda delle mobilitazioni di questi mesi (da Potenza alle marce contro il biocidio) si è svolta la prima partecipatissima assemblea del centro-sud contro lo SbloccaItalia.
Un primo importante momento di confronto, con centinaia di partecipanti, tra realtà, organizzazioni, coordinamenti, comitati e resistenze territoriali con l’obiettivo di costruire unitariamente una campagna contro la legge SbloccaItalia, inserita all’interno di una generale aggressione del capitale alle condizioni di vita, economiche, sociali ed ambientali.
L’articolato del decreto è una raffica di misure per la svendita del patrimonio immobiliare pubblico, la deregolamentazione degli interventi edilizi, il rilancio indiscriminato delle grandi opere inutili, l’incentivazione degli strumenti finanziari a servizio della speculazione, la promozione degli impianti per l’incenerimento dei rifiuti, commissariamenti, l’agevolazione delle trivellazioni per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi, la proliferazione di gasdotti e gassificatori.
Passato con l’ennesima fiducia al Senato con l’accelerazione da parte dell’esecutivo, il governo con lo Sblocca-Italia è riuscito paradossalmente nell’intento di unire le tante vertenze territoriali.
L’esigenza di una campagna nazionale nasce non solo per includere le singole vertenze in un contenitore che le rafforzi ma anche e soprattutto a prefigurare un movimento effettivamente unitario che contrasti questo decreto nella sua interezza essendo inserito organicamente nella logica politica che ispira tutte le controriforme del governo Renzi sul lavoro, la scuola, la casa, il governo del territorio, i servizi locali: dal Jobs act alla Buona scuola, dalla legge Lupi sull’urbanistica al Piano casa.
L’assemblea esprime l’esigenza di costruire in maniera condivisa, con i tempi ed i passaggi opportuni, uno spazio di coordinamento che connetta tutte le vertenze in prospettiva di un superamento della pur positiva esperienza delle reti di mutuo soccorso.
Si valuta positivamente la proposta di una mobilitazione coordinata sui territori da realizzarsi entro fine Dicembre, possibilmente lo stesso giorno, per spingere le Regioni ad impugnare lo Sblocca-Italia di fronte alla Corte Costituzionale.
Sul piano organizzativo, e’ stata condivisa la proposta di costruire una assemblea nazionale attraverso assemblee di macro area. Il 14 dicembre si terra’ presso Pescara la assemblea delle realtà di Abruzzo, Molise e Marche. Per quanto riguarda il Sud, si e’ espressa l’esigenza di ampliare la rappresentatività dell’assemblea di oggi, lavorando ad un nuovo momento d’incontro anche con altre realtà meridionali; per tale incontro si e’ individuata la data del 18 gennaio, presso un luogo più baricentrico rispetto al sud quale la Certosa di Padula - Salerno. Attraverso questo appello ed i contatti con i comitati attivi del nord, si sollecita la convocazione di un assemblea di macro-area anche nel Nord. In modo da arrivare ad un assemblea nazionale verso la metà di Febbraio con la proposta all’ordine del giorno di una mobilitazione unitaria e nazionale contro lo Sblocca-Italia.
Ribadiamo che chi “devasta e saccheggia” è lo Stato, il quale mentre attacca le comunità che si oppongono ai processi speculativi assolve chi inquina ed uccide come nel caso del processo Eternit.
La generalizzazione delle lotte è la risposta politicamente più forte all’ondata repressiva che sta montando contro le esperienze di resistenza sui territori: dalla NoTav a Bagnoli, passando per le accuse ai NoTriv lucani, fino ai NoMuos.
Le varie iniziative che si svilupperanno sui territori già calendarizzate potrebbero condividere l’utilizzo di un unico canale comunicativo (anche attraverso hashtag in rete “No #SbloccaItalia”) che dia il senso della costruzione di un unico coordinamento inclusivo.